Essere madre ad ogni costo. Sul webb boom di sesso finalizzato.

screening-genetico-preimpiantoArriva il microchip anti concezionale, eppure sono in aumento, su internet, offerta e domanda di seme per over quaranta in cerca di un figlio. Ma i rischi sono alti, su tutti i fronti.

Se da una parte arriva la notizia del microchip anti concezionale, un dispositivo sotto cutaneo capace di regolare il ciclo ormonale della donna impedendo le gravidanze per circa tre anni, dall'altra sono in aumento le donne over quaranta pentite di non essere diventate madre in tempi ancora utili. E così, sentendosi meno donne per questo, inadeguate in presenza delle loro coetanee (ormai quasi nonne), non si rassegnano lanciando il canto del cigno nella speranza di prendere per i capelli l'ultima gravidanza possibile. E per farlo, sono disposte al peggio.

“Ti aspetto alle 12.30 – scrive l’uomo sulla mail – ho la pausa pranzo. Vedrai che non ci vorrà molto, a me basta poco per eccitarmi. Tu stai tranquilla, sarò delicato, vedrai che andrà tutto bene”.
Ma bene cosa? Le “semina” purtroppo.
Su internet, purtroppo, impazzano i siti dove uomini di tutti i “generi” e le misure, regalano pochi minuti di sesso lasciando il proprio seme come souvenir. E lo fanno per le donne, generalmente over quaranta e non proprio irresistibili, disperatamente a caccia di maternità.
Disperatamente, è il caso di dirlo, non solo perché i siti di cui stiamo parlando, quelli per lo sperma gratuito, pullulano di “stalloni” pronti alla monta al solo scopo di rimediare un “botta e via”, o inquietantemente divertiti all’idea di seminare figli in tutta la nazione, ma perché non sono tutelati da controlli medici, né^ garantiti da organizzate banche del seme. Si tratta di siti fai da te, insomma, buoni soltanto per dragare, e in ogni caso rischiosissimi. Infine, una donna deve proprio essere disperata se, pur di avere un figlio, si sottopone a un rapporto sessuale così squallido; andando poco lontano dal subire un abuso.
Ma se l’offerta è così ampia e diversificata, significa che la domanda è in evidente impennata, e lo confermano anche i ginecologi.
Ma chi sono le utenti tipo di questi siti? Nella maggior parte si tratta di donne dai 40 ai 50 anni, lavoratrici, titolo di studio medio alto, che non hanno avuto figli o che non ci hanno seriamente provato in passato. Donne che, anche con aborti volontari alle spalle in epoche in cui non si sentivano pronte ad essere madri, arrivano alla scadenza dell’orologio biologico con una strana frenesia di maternità. Senso di colpa? Maturità raggiunta in ritardo? Senso di inadeguatezza? Chi lo sa, sta di fatto che per diventare madri a tutti i costi, mettono troppo spesso a rischio la salute psico fisica loro e del figlio che verrà.
“Premetto – ci spiega la nota ginecologa udinese, Manuela Quaranta Spacapan – che i casi sono tanti, diversi e complessi. Concentriamoci, allora, su quelli di cui parlate: accade troppo spesso di incontrare pazienti, anche cinquantenni, che vogliono un figlio a tutti i costi, dimostrando poca coerenza con la realtà. Da medico cerco di dissuaderle, ma prima o poi trovano sempre un collega disposto ad assecondarle e accontentarle”.
Quali scuse adducono al fatto di non aver avuto figli in tempi più idonei?
“Non c’erano abbastanza soldi, non c’era una casa, studiavano, mancava la persona giusta… ma poi, una volta risolto tutto questo, pensano che avere un figlio sia il giusto coronamento e pur di averlo a questo punto poco importa se non c’è la persona amata, o che la loro età non sia più la condizione migliore. Oggi, rispetto a ieri, le quarantenni si sentono forti, in salute, convinte di poter portare avanti con successo una gravidanza. Ma non è così semplice, perché i loro ovuli hanno comunque 40 anni o più. Insomma, sono vecchi”.
Come procedono queste persone?
“Dipende. Se sono coppie le strade seguite sono più ragionevoli; fanno le dovute indagini mediche, e poi decidono di rivolgersi ai centri per la fecondazione assistita. Soprattutto all’estero, perché in materia la legge italiana pone parecchi paletti. E’ bene dire, inoltre, che i centri pubblici non accettano pazienti con età superiore ai 42 anni. Molti, invece, per denaro non si formalizzano. Ma è una grave irresponsabilità. E così sempre per denaro, di banche del seme ce ne sono un po’ di tutti i tipi, serie e meno serie. Alcune ti offrono, addirittura, i cataloghi dove scegliere il donatore in base all’aspetto, al titolo di studio o l’etnia. Conosco un centro, in Olanda, che ti manda perfino il kit sperma per posta, per il fai da te. Una mia paziente lo ha ricevuto e conosco il figlio. A centri del genere, comunque, si rivolgono generalmente donne single e coppie gay”.
E di coppie gay che tentano questa strada ce ne sono parecchie qui in Friuli Venezia Giulia?
Più di quante si creda. MI è perfino successo di seguire donne che hanno iniziato la fecondazione assistita col marito, per poi separarsi e continuarla con una compagna”.
Quali sono le conseguenze più drammatiche alle quali, da medico e confidente, ha assistito?
“Dietro a scelte di maternità superficiale e di questo tipo, c’è troppo spesso egoismo, fragilità, o senso di onnipotenza, o idee romantiche. Ma una volta avvenuto la fecondazione non si torna indietro. E la gravidanza non sempre è un percorso facile, gioioso, fatto di vestitini da comprare. E’ un percorso complesso sotto tutti gli aspetti e che mette a dura prova perfino le coppie tradizionali, con figli propri. Se poi manca un compagno con il quale condividerla e non si è più così giovani, la gravidanza può essere traumatizzante. Senza considerare che prima o poi arriva la consapevolezza che il figlio che cresce in pancia è di un estraneo, e può iniziare un certo disagio. E inoltre, alla fine lo vedremo in faccia. E la reazione non è così scontata. Le donne non valutano questi aspetti e la loro ostinazione le fa compiere passi stupidi, come cadere nei siti poco protetti, o quelli che offrono anche sperma lavato dal virus dell’Hiv. Ma poi, i cocci, chi li raccoglie?”.
A lei, da medico, è capitato di raccoglierne?
“Continuamente. Essere genitore non significa amare incondizionatamente sempre e comunque. Ho visto madri rifiutare il figlio, vedendo in lui difetti insopportabili ereditati da un estraneo. E in questi casi dietro la frase “è tutto suo padre” non si nasconde una bonaria e amorevole protesta, ma un tragico incubo. E ho visto madri abortire al quinto mese, dunque partorendo, perché hanno scoperto con l’ecografia morfologica, fattibile solo dopo 150 giorni, che il bimbo non era sano. O perfetto, come lo vogliono. E dopo tutto quello che subiscono per rimanere incinta, questo finale è difficilissimo da sopportare”.
Cosa dire, dunque, alle quarantenni?
!Attente a volere un figlio ad ogni costo. Se non è puro egoismo, dietro a questo vuoto si potrebbe nascondere insicurezza, senso di fallimento e inadeguatezza. Accettare la propria sorte, è la cosa più matura da fare; una donna si può realizzare in molti altri modi. Insomma, pensateci seriamente, per il vostro bene ma, soprattutto, per quello del futuro bambino”.