Erri De Luca assolto, la cultura italiana e le sue debolezze ancora no

Assolto con formula piena. Lo scrittore napoletano Erri De Luca è stato sollevato dall'accusa di istigazione a delinquere mossa contro di lui dall'azienda italo-francese Ltf che ha progettato la Tav Torino-Lione dopochè lo stesso De Luca aveva affermato che l'opera andasse sabotata (2013).

Le dichiarazioni pubbliche coraggiosamente fatte da De Luca due anni fa avevano trovato sostegno e appoggio soprattutto in Francia: la richiesta poi di condanna ad otto mesi da parte dei pm (il minimo della pena prevista per legge) aveva però 'smosso' anche importanti firme e personaggi pubblici del nostro Paese. A partire dalla posizione presa da Roberto Saviano in favore di De Luca un appello a sua difesa veniva sottoscritto da registi ed altri intellettuali tra cui Marco Risi, Wim Wenders. "Mi sarei aspettato - aveva commentato lo scrittore nato a Napoli - il massimo della pena, invece sono stupito della differenza tra gli argomenti prodotti dall'accusa e un'entità tanto esigua della richiesta. Non sono un martire, non sono vittima, non uno cui è caduta una tegola in testa passeggiando, sono solo testimone di una volontà di censura della parola".

L'appello chiedeva alla società Ltf di ritirare la denuncia ma la richiesta è rimasta senza ascolto ed il processo è andato avanti fino ad oggi. "Adesso - ha affermato De Luca, una volta assolto - andrò a Bussoleno in val Susa a un appuntamento che avevo già preso tempo fa con gli amici che attendevano la decisione del giudice". La sentenza ha fatto alla fine prevalere quanto affermato dall'articolo 21 della Costituzione italiana: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

Prima della sentenza Erri De Luca aveva letto alcune coerenti dichiarazioni spontanee: "Sarei presente in quest'aula - leggeva - anche se non fossi io lo scrittore incriminato per istigazione. Aldilà del mio trascurabile caso personale, considero l'imputazione contestata un esperimento, il tentativo di mettere a tacere le parole contrarie. Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua".

Soddisfazione per l'assoluzione è stata espressa via Twitter da Saviano, così come dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Altri esponenti del mondo politico non si sono schierati però dalla parte dell'autore napoletano, uno per tutti l'attuale leader leghista Matteo Salvini: "Assolto De Luca... mi fa piacere per lui - ha detto -. E sarebbe una bellissima notizia se significasse che in Italia c'è libertà di parola e di opinione ...Ma vale per tutti?".

Al di là delle reazioni dei politici di casa nostra (troppo spesso utili a fini meno nobili e trasparenti di quanto appaia), vogliamo ricordare quanto poco si sono fatti sentire su questa vicenda gli esponenti del mondo della cultura italiana. Lo stesso Saviano aveva scritto su Facebook tempo fa: "Il silenzio degli scrittori è assordante. Me l'aspettavo, e del resto nell'aula di tribunale contro i boss Iovine e Bidognetti (e il loro avvocato) accanto a me non c'erano scrittori, non c'era quel residuo di mondo culturale che ancora galleggia. Come non ci sono dietro e accanto a Erri De Luca". Un atteggiamento questo che sarebbe da analizzare davvero più a fondo per capire cosa è rimasto in Italia di quella lunga tradizione di impegno civile e responsabilità che vengono spesso evocate in occasioni ufficiali, ma poco spesso praticate al momento del bisogno.