Emergenza informazione in Fvg, sparita l’emittente Free, giornalisti senza paga da 4 mesi

Un altra voce giornalistica si spegne in Friuli Venezia Giulia è quella dell'emittente televisiva Free. Chiusure e ridimensionamenti di giornali e Tv sono ormai una costante che oltre a alimentare le schiere dei disoccupati è diventata una vera emergenza democratica che non vede solo chi non vuol vedere e nella politica sono tanti purtroppo ai quali basta il collegamento bidirezionale con la testata maggiore per soddisfare la propria personale esigenza di visibilità senza avere la rogna di trattare con chi, magari, è più critico. I colleghi giornalisti ed i tecnici di Free credendo evidentemente alle promesse della società, hanno continuato a lavorare per mesi, pur non percependo una paga, nella speranza che la situazione si sbloccasse. Ma adesso i sei giornalisti delle redazioni ora accorpate di Udine e Trieste dell'emittente, proprietà di Antenna Tre NordEst Spa, che non ricevono lo stipendio dallo scorso gennaio, hanno deciso di incrociare le braccia, come riportato dal quotifdiano triestino Il Piccolo. “Non si tratta di uno sciopero - dice il consulente del lavoro Simone Tutino, che assiste quattro di loro – come riporato sempre dal quotidiano giuliano, ma di astensione dal lavoro, perché i lavoratori non hanno nemmeno le risorse per effettuare gli spostamenti da casa al luogo di lavoro. Non ricevendo da diversi mesi lo stipendio la situazione è problematica anche per chi deve semplicemente far fronte alle spese ordinarie e alle bollette”. Giornalisti e operatori, sottolinea Tutino, sono professionisti eccellenti, che hanno già sopportato periodi di crisi, ritardi e mancati pagamenti di stipendi: a settembre 2012 si era presentata la stessa situazione, con la mancata corresponsione di mensilità e la relativa astensione del lavoro. Altro aspetto sottolineato dal consulente del lavoro è che alla domanda posta all'azienda se almeno i contributi fossero stati versati è stato risposto che i lavoratori avrebbero dovuto vedersela con l'ente previdenziale stesso. “Ma i contributi sono una parte integrante della paga mensile del lavoratore – obietta Tutino -: se non vengono versati si può ravvisare anche un'eventuale appropriazione indebita, che sconfina nel penale”. “Se si è atteso così tanto tempo prima di agire – precisa Tutino - è perché si credeva in una possibile cessione aziendale, che però ormai pare non sia neppure nei piani futuri dell'azienda”. Stando alle voci circolate in questi mesi pareva infatti che l'emittente Udinese Channel fosse interessata all'acquisizione, ma sembra che anche la tv udinese abbia fatto un passo indietro. “Ad indurci all'astensione dal lavoro è stato anche il fatto che l'azienda in questi giorni ha richiesto ai suoi giornalisti la sottoscrizione di un accordo in sede sindacale per sollevare Antenna Tre NordEst da ogni eventuale inadempimento commesso negli anni e/o da responsabilità per illeciti. Chi ha sottoscritto questo accordo ha ricevuto la mensilità di gennaio e una somma come incentivo all'esodo: si tratta di un pagamento preferenziale. Noi abbiamo detto che avremmo firmato questo atto solo quando ci fosse stato un passaggio alla nuova società, ma ciò non si è verificato, così abbiamo deciso di procedere”. Tuttavia, sottolinea Tutino, quella dei giornalisti non è una dichiarazione di guerra all'azienda: “Siamo disponibili in qualsiasi momento a sederci a un tavolo di trattativa, per sanare le posizioni e per riprendere il lavoro. Ma se nulla dovesse accadere i lavoratori dovranno licenziarsi per giusta causa, anche al fine di poter accedere alle liste di disoccupazione con tutte le tutele previste dalla legge”. Nel frattempo Free è scomparsa dal canale 17, che ora trasmette i programmi di AntennaTre.