Elezioni greche: «La Speranza ha vinto», ha scritto Syriza. In Europa c’è chi vede lo spettro del comunismo

Syriza stravince le elezioni parlamentari in Grecia, questo il fatto del giorno. Con una percentuale del 36.34% dei voti raccoglie più di otto punti di differenza con i conservatori di Nuova Democrazia (27,81%).
Syriza non riesce tuttavia a centrare l'obiettivo della maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, 149 sono infatti gli eletti contro la necessità di 151 per avere la maggioranza nell'emiciclo ateniese. Ma sono già in corso le trattative con un altro partito per formare un governo di coalizione. Per i Greci, che festeggiano la vittoria domenica sera è stato un punto di svolta, punto doi svolta che rischia di essere un virus che travalica i confini del loro paese. Se sarà una “malattia” sanificatrice o deteriore lo diranno i prossimi mesi, forse le prossime settimane. Di certo la vittoria di Syriza spaventa una certa concezione d'Europa che trova la sua massima espressione nelle politiche della Merkel, ma rovina certi piani anche all'italico Matteo Renzi che rischia di perdere il “riflettore” del riformista europeo a favore di Tziparas. Vanesio com'è di certo Matteo non sarà contento. Il trionfo di Siryza potrebbe avere un effetto sismico sulle politiche economiche dell'Ue e persino sull'intero percorso europeo nei prossimi anni. «La Speranza ha vinto», ha scritto Syriza sull'account Twitter del partito, cambiando il vincente slogan pre-elettorale «La Speranza arriva». Il voto respinge seccamente le politiche del rigore, che dall'inizio della crisi e soprattutto dalla firma del Memorandum tra Grecia e troika hanno fallito nel loro obiettivo di creare sviluppo e occupazione, volute dal governo del premier Samaras, con il sostegno del Pasok di Evangelos Venizelos. Che ora vedono ombre nere sul proprio futuro politico. Comunque il trionfo di Syriza in Grecia è un segnale dal quale la dirigenza europea non potrà trascendere, anche se nella foga di omologare tutto in stereotipi ideologici c'è chi già agita lo spettro del comunismo di Marxista memoria. Certo Syriza è un partito di sinistra, ma in realtà non tanto per l'appartenenza ideologica, ma per il fatto che il suo leader Alexis Tsipras ha basato la sua campagna elettorale sul no all'austerity che passa attraverso a politiche di riequilibrio sociale che dovrebbero essere patrimonio dell'intera sinistra europea ma che in realtà non sono state adottate dappertutto, Italia in primis nella logia renziana del colpo al cerchio e colpo alla botte. Alexis Tsipras invee ha deciso di osare, di promettere un cambiamento radicale nella politica Grgca soprattutto nei rapporti internazionale, una propensione alla riaffermazione della propria indipendenza nazionale dai diktat della troika e di una Europa ripiegato sui criteri di bilancio che in nome delle percentuali ha imposto la povertà a milioni di greci e che non esiterebbe a fare lo stesso in Italia se solo le condizioni del nostro Paese peggiorassero ancora un poco. Syriza non vuole solo la rinegoziare del debito greco con i creditori internazionali, ma viuole rilanciare la propria economa ricucendo le ferite nel proprio welfare che rischiavano con il loro sanguinamento di uccidere centinaia di migliaia di Greci. Tsipras non potrà però fare tutto da solo, gli servono altri voti in parlamento e già ieri li aveva trovati. «Il partito Greci Indipendenti sosterrà il governo che sarà formato dal presidente incaricato Tsipras. Da questo momento il Paese ha dunque un nuovo governo». È quanto ha dichiarato Panos Kammenos, il leader del partito Greci Indipendenti (conservatori) uscendo dall'incontro di un'ora avuto con Alexis Tsipras. Non è una contraddizione in quanto molti punti delle linea di “Grecia indipendente” coincidono, sulla questione dei rapporti con l'Europa e la fine della austerità, con il programma di Syriza. Così ora Tsipras sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Karolos Papoulias che gli conferirà certamente l'incarico di formare il governo. Prima dell'incontro con il capo dello Stato, Kammenos dovrà fare una dichiarazione pubblica di sostegno al governo che sarà formato da Tsipras per dargli la cosiddetta «maggioranza dichiarata» prevista dalla Costituzione greca. Il giuramento del nuovo governo potrebbe avvenire martedì pomeriggio o mercoledì mattina.