Economia alla rovescia, con tassi e mutui col segno meno

Dall'inizio della crisi (almeno 7 anni fa) le banche centrali dei principali paesi mantengono artificialmente bassi i tassi di interesse nel tentativo di  innescare una ripresa economica, fluidificando i mercati, non solo finanziari.

In Europa la Bce da denaro alle banche ad un tasso ridicolo (0.05%), i Bund tedeschi spuntano addirittura tassi negativi (i detentori dei titoli pagano "qualcosina" per continuare a detenerli). Il Giappone continua in questa situazione paradossale (almeno dal punto di vista economico) da decenni, tentando di contrastare una deflazione persistente (i prezzi non aumentano). A livello planetario sono ben 26 le banche centrali che hanno ridotto i tassi di interesse dall'inizio dell'anno: la Svezia ha portato il tasso di riferimento a -0,25%, la Svizzera a -0,75%. Lo stesso livello della Banca della Danimarca che ha operato quattro tagli in un mese portando appunto il tasso di riferimento su livelli glaciali: -0,75%. Un tasso che “costringe” adesso le banche danesi a vendere mutui a tassi negativi. In pratica il cliente riceve degli interessi per chiedere denaro in prestito.

Detta in questi termini sembra di essere nei panni di Alice nel "Paese delle meraviglie" o nella dimensione dell'infinatemente piccolo, dove le leggi della fisica (quantistica) risultano molto diverse da quelle delle fisica "normale". Purtroppo sta succedendo qualcosa di più subdolo e grave: ritornando all'esempio di prima è come se nella realtà a dimensioni normali, iniziassero ad agire le leggi della fisica quantistica (valide nell'infinatemente piccolo). Si tratta di uno sconvolgimento che potrebbe produrre danni enormi nel medio e lungo periodo. Ma dei danni sono già stati prodotti anche nel breve termine, mi riferisco in particolare all'assuefazione a cui sono ormai da tempo abituati i mercati finanziari. Le Borse sono ormai molto più sensibili alle decisioni delle varie borse centrali (in termini di politica monetaria) che delle reali condizioni delle imprese e dell'economia stessa. Questa vera e propria tossicodipendenza rende molto difficile e pericoloso intraprendere qualsiasi azione di ripristino della normalità: è bastato l'annuncio da parte della Fed della intenzione di procedere a breve ad un rialzo dei tassi di interesse per scatenare il panico e il crollo delle borse. Da qui l'annuncio rassicurante della Yellen di un rialzo molto, molto graduale.

Vista in questa ottica, la decisione presa dalla Bce di procedere con l'acquisto di titoli sul mercato è stata si positiva nel breve periodo (e i risultati si sono visti subito), ma nel medio e lungo periodo sarà molto difficile ritornare alla "normalità". Il mercato finanziario è sempre più dipendente da stimoli esterni e, come un cocainomane all'ultimo stadio, non sembra più in grado di sopravvivere ad una loro privazione. L'analisi è estremizzata, ovviamente, ma ha lo scopo di porre una semplice domanda: per quale motivo siamo arrivati a questo estremo? Era davvero necessario imbottire il paziente di steroidi e anabolizzanti, evitando accuratamente di fargli fare periodiche e crescenti sedute in palestra per rimetterlo in piedi sulle proprie gambe.

Temo che ormai il peggio sia stato fatto, l'unica speranza è che il paziente "creda" di sentirsi talmente meglio da decidere spontaneamente che è arrivato il momento di iscriversi in palestra.

Pagando non la quota mensile, ma quella annua.