Ecco dove Giovanni da Udine divenne un genio

1305_ 068Apertura straordinaria della Domus Aurea. Fino al 31 agosto, su prenotazione, si potranno visitare le stanze che ispirarono i geni del Rinascimento, in particolare il friulano, Giovanni da Udine.

Quando Giovanni da Udine andò a bottega dal grande Raffaello correva l'anno 1514, e i due divennero subito grandi amici e, forse, grandi amanti. Il nostro Giovannino, detto il Ricamatore, in breve tempo non solo si distinse per il suo grande talento, ma fu subito il ben accetto in quella schiera di grandi umanisti che fecero del Rinascimento uno dei pochissimi vanti del nostro paese.
Ebbene, quegli amici buontemponi, ovvero: Raffaello, Pinturicchio, Ghirlandaio e Giulio Romano, se ne andavano spesso, di notte, a far bagordi. E accadde che per caso, chissà forse in una notte di sbornia magistrale alle Terme di Tito e Traiano, scoprirono un pertugio sul terreno. E' probabile che nel buio, qualche geniaccio barcollante vi fosse caduto dentro, fatto sta che quella che in apparenza sembrava l'entrata a una grotta, in verità si scoprì essere l'entrata in un regno mozza fiato.
Era la Domus Aurea di Nerone, fatta costruire dall'imperatore dopo l'incendio subito da Roma nel 64 d.C. e nascosta dopo la sua morte.
Una volta capito che quello che stavano vedendo non era dovuto ai fumi dell'alcol, lo stupore dei pittori rinascimentali fu enorme, al pari dell'entusiasmo. Già, perché le pareti della dimora imperiale si presentarono rivestiti di marmi pregiatissimi e le volte decorate in oro con inserti di pietre preziose.
Progettata dagli architetti Severo e Celere, con decorazioni del pittore Fabullo, la Domus di Nerone conteneva tesori e ornamenti preziosissimi, tutto frutto dei saccheggi in Oriente. Tra le meraviglie, vie era perfino una colossale statua del “Divo” nelle vesti del dio Sole.
Naturalmente quando l'allegra brigata scoprì la reggia, gran parte dei tesori erano scomparsi, ma qualcosa di altrettanto prezioso era rimasto: le decorazioni a stucco. Ecco che Giovanni da Udine e compagnia bella, senza posa si calavano all'interno della Domus per scopiazzare il Fabullo e l'arte delle così dette “Grottesche” (così battezzarono le decorazioni, in onore della “grotta” scoperta) impresa che, fra tutti, riuscì magistralmente a Giovannino da Udine. E lo possiamo constatare guardano le meravigliose Logge Vaticane (ai Musei), o le pareti di palazzo Tè a Mantova. Loggetta_del_cardinal_Bibbiena
Insomma, le misteriose stanze che fecero la fortuna di Giovanni da Udine, si possono nuovamente visitare. L'accesso alla Domus Aurea, infatti, chiuso dieci anni or sono dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nell'intento di procedere con un progetto di risanamento della parte superiore della reggia è ora riaperto. Infatti, dopo che il gruppo di progettazione della Ssbar, integrato da specialisti per le componenti fisico/ambientali, idrauliche e bio-botaniche, hanno testato la sicurezza del sito, la Domus è stata resa accessibile fino alla fine di agosto, ma esclusivamente con visita guidata su prenotazione obbligatoria.
Se vi capita di essere a Roma entro la fine di questo mese, dunque, vale la pena munirsi di giacca a vento e scarpe comode. Il percorso è parzialmente fruibile ai disabili con sedia a rotelle.
Servizio Info e prenotazioni:06 39967700.
L’ufficio prenotazioni per le visite alla Domus Aurea è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00; il sabato dalle 9.00 alle 14.00.