Ecco com’è cambiata la Cia è nuova forza armata Usa

 

Secondo l'opinione corrente, dire Cia è evocare l'attività di spionaggio e controspionaggio degli Usa. Ma non è così, o meglio non è più soltanto così. Infatti, dopo l'attentato dell'11 settembre alle Due Torri, la Cia (assieme all'Fbi), oltre alla già citata azione di 'intelligence', è cambiata e si è evoluta diventando una nuova forza armata degli Stati Uniti. La quinta dopo l'esercito, la marina, l'aeronautica e i marines.
In realtà operò in questo modo anche quando nacque, nel 1947, con il nome OSS (Organizzazione dei Servizi strategici). E proprio in riferimento in Italia, in collegamento con la “Gladio” di cossighiana memoria. In previsione di una possibile vittoria del Pci di Togliatti alle Politiche del '48, gli Usa si prepararono infatti a intervenire dando per scontato lo scoppio di una guerra civile, poi evitata anche per l'entusiasmo per la clamorosa vittoria di Gino Bartali al Tour. Non potevano permettere che l'Italia precipitasse in una situazione simile a quella che aveva sconvolto la Grecia fino a qualche mese prima.
Già allora, quindi, la frontiera tra spionaggio e uso della forza era scritta sulla sabbia. La Cia andò più in là nel 1961 quando tentò di riconquistare Cuba appena passata dall'alleato Fulgencio Batista al comunista Fidel Castro. Ma lo sbarco che organizzò alla Baia dei Porci si rivelò un clamoroso fallimento.
Anche l'intelligence, intanto, con lo sviluppo delle nuove tecnologie, si sviluppò talmente da indurre nel 1975 la Commissione senatoriale presieduta da Frank Church, a radiografare l'attività della Cia denunciando il pericolo di interferenze nella vita privata dei cittadini Usa. Fu allora che il Presidente Gerald Ford proibì gli omicidi 'sponsorizzati' di leader politici stranieri.
Ma, come si è accennato, tutto fu rimesso in discussione e cambiato dopo l'11 settembre. Cia e Fbi ripresero le 'prerogative' perdute e infatti, sopratutto in Iran e in Afghanistan, assunsero le dimensioni di un'Arma combattente. E così è anche fino ai giorni nostri.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it