DUE BATOSTE PER OBAMA SUI PROFUGHI E LE ARMI

 

A pochi mesi dal trasloco dalla Casa Bianca (primi di gennaio dopo le elezioni presidenziali del primo martedì di novembre), Barack Obama è più che mai un''anatra zoppa'.. Infatti i repubblicani gli hanno dato due sonore batoste: al Senato (dove hanno la maggioranza) sui migranti e alla Camera (dove c'è una sostanziale parità) sul controllo delle armi dopo la strage (49 morti) a Orlando.
Adesso per ben 5 milioni di profughi (sopratutto messicani, comunque 'latinos') c'è il rischio concreto di deportazione nei loro Paesi d'origine anche se il Senato parla di 'espulsione. Obama aveva proposto di non procedere nei confronti di genitori 'irregolari', ma con figli nati negli States o di persone qui arrivate quand'erano ancora in tenera età.
Ma dopo le elezioni del 2014 ('midterm', cioé di metà mandato), il Presidente ha a che fare con una Camera alta controllata dai repubblicani che sfruttano, come Donald Trump, questo scontro tra poveri puntando sulle diffidenze e le paure diffuse nelle profondità americane, Lo dimostra il fatto che ben 27 Stati, guidati dal Texas, sono concordi su questa posizione dura.
C'è poi il caso, tanto caro a Obama e alla Clinton sopratutto dopo il massacro di Orlando, della necessità di limitare la libera vendita di pistole e fucili (in particolare delle armi più micidiali) e di controllare gli acquirenti schedati dall'Fbi o con problemi mentali. Le lobby delle armi hanno indotto i repubblicani, anche se non fortissimi alla Camera, a fare blocco e a fermare l'iniziativa presidenziale. L'effetto è stata la clamorosa protesta, con un sit-in di 26 ore in aula, dei deputati del partito di Obama.
Il capo del Paese più potente al mondo non può certo consolarsi col 'mal comune, mezzo gaudio' perché i suoi alleati europei stan peggio di lui. L'inglese Cameron affossato dalla 'brexit', il francese Hollande in caduta libera, persino la tedesca Merkel meno solida di un tempo, l'italiano Renzi costretto in un fortino da avversari interni ed esterni, Spagna e Austria con problemi di governabilità, Grecia e Portogallo col portafoglio vuoto.
AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it