DOPING DI STATO RUSSO E ISIS, DUE OMBRE SUI GIOCHI DI RIO

 

Lo scandalo e la paura allungano due lunghe ombre sulla trentunesima edizione delle Olimpiadi, in programma da venerdì 5 a domenica 21 agosto a Rio. Come per la Germania orientale (Ddr) prima che nel 1989 cadesse il Muro di Berlino, la durissima accusa prende di mira l'intero sport russo (in particolare l'atletica leggera) che così rischia l'esclusione dai Giochi. Si tratta di doping di Stato, cioé coperto dalle autorità. Una vera e propria truffa.
La stizzita reazione di Putin si capisce: Mosca è infatti stata designata per ospitare i prossimi Mondiali di calcio, fra due anni. Che credibilità ha un Paese che favorisce il doping?
C'è poi l'incubo Isis: in casa di una ventina di giovani è stato infatti trovato un manuale per compiere attentati durante le gare. Intanto a Rio il mondo dello sport è pronto, ma la 'cidade maravilhosa' del Brasile non lo è affatto.
Dal 2009, anno in cui il Paese si è aggiudicato a sorpresa i Giochi (primo in Sud America), molto è cambiato. In peggio: inquinamento, politica corrotta, con la stessa Presidente Dilma Rousseff sotto processo per 'impeachment' (le Olimpiadi saranno infatti aperte dal suo sostituto a interim, Michel Temer), crollo dell'economia, persino la comparsa della febbre provocata dalla terribile zanzara Zika. Risultato: impianti sportivi in gran parte ancora da completare.
I brasiliani sperano di far fronte a tutto ciò col turismo, con la bellezza delle spiagge di Rio e della vicina foresta tropicale. E anche con la calda accoglienza della città. Ma basterà?
Ci sono Olimpiadi che onorano la storia (Atene) o abbattono vecchi muri (Pechino), quelle che aprono nuovi mondi (Sydney e Seul), oppure vanno sul sicuro (Londra). Quando fu scelta Rio, che sconfisse la favoritissima Chicago sponsorizzata da Obama, si disse che era un incoraggiamento a un Paese in espansione nonostante le grandi differenze sociali.
Ma il Brasile del boom ha smesso di esistere e molte delle grandi speranze del Continente non si sono realizzate. Nonostante la recessione economica, resta però valida una delle ragioni di quella scelta: l'incontro tra uomo e natura, l'accoglienza cortese come dogma, la bellezza come valore assoluto.
Il grande sport (atletica, nuoto e ginnastica) sarà ospitato in stadi standardizzati e tappezzati di sponsor, difficili da distinguere da quelli di altri Paesi. Ma a fare la differenza sarà lo scenario naturale. Ciclismo su strada (anche lungo le curve della 'Floresta da Tijuca', giungla tropicale a due passi dal centro-città), maratona acquatica e triathlon a Copacabana, maratona su strada con arrivo al sambodromo, tempio pagano del Carnevale di Rio.
Canottaggio nelle acque calde della 'lagoa' (laguna urbana) tra i palazzi della spiaggia di Ipanema e la statua di Cristo Redentore a vegliare dall'alto. Velisti e canoisti hanno protestato per la sporcizia dell'acqua, ma le autorità non hanno fatto nulla.
Rio ha la triste fama di metropoli violenta: niente portafogli e gioielli o passeggiate notturne in zone poco rassicuranti. Neanche le Olimpiadi salvano dai borseggiatori… Comunque saranno messi in campo 85 mila tra poliziotti e militari e, in più, una task force anti-terrorismo.
AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it