DOPO DITTATURA E TERRORISMO L’ALTO VOLTA TORNA A SOGNARE

Dopo un passato (anche recentissimo) da incubo, il Burkina Faso (ex Alto Volta) torna a sognare un domani migliore grazie a un'élite cosmopolita di giovani che difendono i valori del nuovo corso democratico. Il Paese ha voglia di rialzare la testa nonostante le ferite della lunga colonizzazione francese, i 27 anni di dittatura del 'padre padrone' Blaise Compaorè, il terrificante attentato terroristico che in gennaio ha seminato morte in un hotel e in un caffè di Ouagadougou, l'impronunciabile capitale dello Stato.

In aggiunta, le contraddizioni di un Paese esteso come l'Italia, con 17 milioni di abitanti (12 dei quali nella capitale), ma ancora troppo povero anche per i parametri africani. Per di più resta alto il tasso di analfabetismo. L'80% degli abitanti sono agricoltori, ma contribuiscono soltanto al 30-35% del Pil. E il livello di indebitamento delle famiglie continua a crescere.
Un 'melting pot' che ha pochi uguali al mondo, favorito dai numerosi matrimoni misti che aiutano la convivenza della sessantina di gruppi etnici presenti.
Dopo l'attentato di gennaio tutto è cambiato: per entrare in bar, ristoranti e hotel bisogna passar dal 'metal detector' anche se si vuol soltanto bere un'acqua tonica. Eppure si tratta di una città che i locali, con orgoglio, prima chiamavano la “Versailles dei tropici”: diversi ministeri e ambasciate, ville sontuose, alberghi imponenti e lussuosi. Il primo a 5 stelle fu fatto costruire negli Anni Novanta da Gheddafi e si chiamava “Hotel Libia”. Altri tempi…
Fino a gennaio il Burkina Faso era riuscito a evitare gli assalti jihadisti che invece hanno devastato il vicino Mali dal 2013. La convivenza pacifica tra islamici, cristiani e animisti era infatti favorita dai legami di sangue determinati dai matrimoni misti e questi si erano rivelati più forti dell'appartenenza religiosa.
La disoccupazione resta altissima: infatti un giovane su due è senza lavoro. Anche i laureati lo cercano da anni e non l'hanno ancora trovato. Per non restare a poltrire a casa, molti si dedicano alla protezione e all'insegnamento dei bambini di strada aiutando i volontari della comunità di Sant'Egidio.
Il nuovo Presidente post-dittatura, Kaboré, ha invitato i giovani a non snobbare i campi. Purtroppo, però, qui l'agricoltura manca di imprenditorialità, è soltanto di sussistenza.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it