Diplomazia al lavoro sull’Ucraina. Europa avanza “sparpagliata” e secondo Hollande siamo all’ultima spiaggia

La diplomazia europea con buona pace di Federica Mogherini, commissario degli Affari Esteri Ue resta sparpagliata. Ulteriore dimostrazione quanto sta avvenendo in queste ore sulla spinosa questione Uraina. Dall'incontro tra Angela Merkel e Francois Hollande con Vladimir Putin difficilmente verranno soluzioni reali, l'incontro è avvenuto dopo quello degli stessi cancelliere tedesco e presidente francese con il presidente ucraino Petro Poroshenko, una sorta di triangolazione alla quale ha partecipato, a distanza anche il segretario di Stato Usa John Kerry, volato a Kiev per discutere con il presidente ucraino Petro Poroshenko di un piano che prevede, oltre a 16,4 milioni di dollari di aiuti umanitari ma anche la possibile fornitura di armi americane all'esercito di Kiev. Un fatto quest'ultimo che non può essere tollerato da Putin e che sarà al centro dei colloqui. Ed anche se il duo Hollande-Merkel ha deciso di giocare in contropiede, volando prima a Kiev e poi a Mosca, per discutere anche loro, ma diversamente da quanto ha intenzione di fare Washington, di un piano per una soluzione pacifica del conflitto che soddisfi tutti gli attori della regione è fato di buona volontà, si pongono degli interrogativi anche in chiave europea. Infatti a dispetto delle apparenti motivazioni comuni di pace, europei e americani sembrano andare a ordine sparso, così come sparpagliati si pongono i paesi della Ue incapaci di esprimere una politica estera comune che vada oltre le belle parole d'intenti. Decisamente più monolitica la posizione dell'orso russo che apparentemente sta alla finestra ma nel frattempo mobilita i riservisti, sperando forse di approfittare di qualche mossa sbagliata degli americani e al contempo trovare una sponda diplomatica in Europa. Ovviamente sullo sfondo c'è la ben nota dipendenza europea dal gas russo. Inoltre Putin - che è alle prese con serissimi problemi economici in patria, con il crollo del rublo, le sanzioni e la guerra sui prezzi petroliferi che non lo favorisce certo - può permettersi di prendere fiato pilotando una guerra a bassa intensità militare, ma non per questo meno devastante per le popolazioni civili, nelle zone orientali dell'Ucraina. Certo è un “risiko” pericoloso ed il pericolo che tutto deflagri in conflitto aperto è dietro l'angolo, almeno così pensano gli strateghi della nato che si dicono pronti alla reazione rapida in caso di avventate mosse militari russe nell'aria. Solo un mostrar muscoli o un pericolo reale? Difficile dirlo, di certo la Nato ha schierato forze aeree multinazionale, L'Italia è presente con alcuni caccia Eurofighter stanziati in Lituania, mentre in Polonia è presente un imponente sistema di difesa Usa. L'Alleanza Atlantica - secondo fonti Bbc - sarebbe pronta a varare un piano che prevede l'invio di una forza di reazione rapida nell'Europa dell'est, che sarà composta da 5mila uomini, con i suoi reparti d'elite in grado di essere dispiegati con appena due giorni di preavviso. Divisa in sei «centri di comando» questa forza di intervento rapido avrebbe nelle intenzioni degli americani una funzione quanto meno contenitiva nei confronti della Russia. In realtà quindi la situazione non è per nulla rassicurante anche perchè gli intenti di europei e americani sulla questione ucraina sono profondamente diversi. Questo è evidente anche dalle dichiarazioni di Paolo Gentiloni, ministro degli eseri italiano, secondo il quale «mandare armi all'Ucraina non è una soluzione che possa coinvolgere l'Ue o l'Italia» o quella della stessa Federica Mogherini, commissario degli Affari Esteri Ue, che ha affermato che l'Ue sta lavorando espressamente per un disarmo delle milizie e nello stesso tempo una soluzione negoziale della crisi. Ma il vero problema è che non si tratta solo di scaramucce diplomatiche ma di una vera guerra, che qualcuno che non la vive sulla sua pelle, chiama a “bassa intensità” ma che in realtà dallo scorso aprile ha già provocato la morte di oltre 5mila persone e il ferimento di oltre 12mila civili. Sullo sfondo non c'è solo la questione delle rivendicazioni etniche nelle zone limitrofe alla Russia, ma la più generale eventuale adesione dell'Ucraina all'Alleanza atlantica, il vero obiettivo di Washington per allargare la sua sfera d'influenza nell'est Europa e contenere le mire espansionistiche della nuova grande Russia.

Aggiornamento

"dopo i colloqui di ieri posso dire che è incerto che questi abbiano avuto successo, ma ha certamente avuto valore il tentativo". pessimista la cancelliera Angela Merkel, parlando alla conferenza sulla sicurezza in corso a monaco di Baviera, dopo il vertice di ieri al Cremlino con il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande. "il mio sforzo e quello del presidente Hollande sono sinceri e seri, meritano di avere una possibilità". poi ribadisce: la crisi ucraina "non può essere risolta con la forza, con una soluzione militare" ma la "Russia deve fare la sua parte". Serve sviluppare dunque gli accordi di Minsk e per questo la cancelliera si dice lieta di vedere il presidente Petro Poroshenko presente alla conferenza anche se avverte "si deve essere molto cauti sulle garanzie" che mosca può fornire sull'ucraina. "confini vanno rispettati" poi lancia un messaggio al presidente Putin: "i confini vanno rispettati" e "così la libertà dei popoli di decidere il loro futuro". L'europa, sottolinea, vuole lavorare alla sicurezza "con la Russia, non contro". Ha quindi ribadito la sua contrarietà all'invio di armi all'ucraina, "comprendo il dibattito sulle armi, ma non credo che contribuirebbe a risolvere il conflitto, inviare un numero ancora maggiore di armi nella regione non risolverà la crisi". Hollande: "senza accordo unico scenario è la guerra" duro l'intervento anche del presidente francese: "se non si trova un accordo sull'ucraina noi sappiamo che l'unico scenario non può che essere la guerra". Il piano in discussione è infatti "una delle ultime possibilità" per la pace la conferenza oggi partecipano al forum anche il vice presidente usa joe biden, il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov e il presidente ucraino Petro Poroshenko. Per l'italia sono presenti i ministri degli esteri Gentiloni e della difesa Pinotti, impegnati in una serie di bilaterali, al convegno che vede partecipare trenta paesi.