Deciso No dal Parlamento Europeo ai brevetti di piante e sementi di origine naturale

È un deciso  “no”, il parere espresso dal Parlamento europeo riguardo i brevetti di piante e sementi di origine naturale. La camera dei rappresentanti continentale ha dunque invitato la Commissione europea a fare tutto il possibile per convincere l'Ufficio europeo dei brevetti (Ueb) a non concedere brevetti su prodotti ottenuti da processi essenzialmente biologici. Lo chiede una risoluzione sostenuta da sei gruppi politici e approvata a larghissima maggioranza dall'Europarlamento. 
Durante il dibattito, molti deputati hanno affermato che l'accesso alle risorse genetiche non deve essere limitato, poiché ciò potrebbe portare a una situazione in cui alcune multinazionali detengono il monopolio sul materiale di coltivazione delle piante, a scapito degli agricoltori e dei consumatori dell'Unione europea.
Nel marzo 2015, la commissione allargata di ricorso dell'Ufficio europeo dei brevetti decise che, nei casi riguardanti i pomodori e i broccoli, i prodotti ottenuti da processi essenzialmente biologici, come l'incrocio, possono ottenere la tutela brevettuale. Il Parlamento europeo ha risposto nel dicembre 2015 con una risoluzione non vincolante, in cui si chiedeva di chiarire le norme UE e si reiterava l’obiezione alla brevettabilità dei prodotti derivati dalla coltura convenzionale. Già nel 2015 l'Eurocamera era intervenuta contro due decisioni dell'Ueb che riconoscevano la forma più stringente di protezione intellettuale per modifiche di piante con tecniche convenzionali (non biotech), considerate come non brevettabili dagli accordi internazionali. Nel 2016 la Commissione europea aveva inviato una nota all'Ueb per chiarire che questo principio fa parte anche della legislazione Ue. Nel 2017 l'Ueb aveva fatto retromarcia, ma alla fine del 2018 una nuova decisione ha rimesso tutto in discussione. Garantire l'accesso al materiale biologico delle piante evitando forme troppo rigide di proprietà intellettuale, ricorda l'Europarlamento, è "essenziale per stimolare l'innovazione e lo sviluppo di nuove varietà, garantire la sicurezza alimentare a livello globale, far fronte ai cambiamenti climatici e impedire i monopoli nel settore della selezione vegetale".
In sostanza in seguito all'intervento della Commissione Europea nel novembre 2016, l'UEB ha modificato la propria politica per non concedere brevetti ai prodotti ottenuti tramite processi essenzialmente biologici. Tuttavia, nel dicembre 2018 la commissione tecnica di ricorso dell'UEB ha respinto tale decisione, sostenendo che la Convenzione sul brevetto europeo abbia la precedenza giuridica sulle norme di attuazione dell'UEB (decise dalle Commissione europea).
La risoluzione approvata giovedì precede la scadenza del 1° ottobre relativa alla presentazione di dichiarazioni sulla brevettabilità delle piante ottenute naturalmente all’organo di appello finale dell'Ufficio europeo dei brevetti.