Darwin e Wallace, due “galli nel pollaio”

Darwin

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Charles Darwin riceve da Alfred Russel Wallace un documento che contiene conclusioni quasi identiche alle sue sull'evoluzione. Questo fatto spinge Darwin a pubblicare la teoria.

Alfred Russel Wallace nacque nel Galles nel 1823. Ottavo di nove fratelli, crebbe sveglio e curioso ma talmente povero che dovette rinunciare alla scuola. Ma quelli erano tempi in cui tutto diventava possibile, bastava volerlo, e il giovane Alfred volle così tanto diventare scienziato che, studiando da autodidatta, si trasformò in uno dei più perspicaci naturalisti e bio-geografi inglesi.
Ma si sa, è impossibile la convivenza di due galli nel pollaio e così, nell'Inghilterra Vittoriana, il povero Wallace dovette cedere il passo e la gloria al suo esimio collega Charles Darwin.
Non tutti sanno, infatti, che nel corso delle sue numerose spedizioni in Amazzonia, in Brasile e nel Borneo, il promettente studioso gallese iniziò a formulare la stessa teoria dell'evoluzione che, in qualche altra parte del mondo, stava formulando il collega Darwin.
Wallace, grazie ad alcune osservazioni biogeografiche arrivò a teorizzare idee evoluzionistiche straordinarie, ma il fato volle svantaggiare il gallese a vantaggio di Darwin. Come? Un incendio mandò in cenere non soltanto la nave che lo stava riportando in Gran Bretagna, ma anche tutti i suoi studi, disegni, appunti ed esemplari naturalistici raccolti in ben quattro anni di lavoro. Ma il ragazzo non si perse d'animo e nel 1854 intraprese un nuovo viaggio, questa volta da solo, nell'arcipelago indo-malese, dove per otto anni studiò, ricercò e scrisse senza posa. Ed è di quel periodo il suo saggio: «Sulla legge che ha regolato l'introduzione di nuove specie» grazie al quale lo studioso comprese che la selezione naturale poteva essere il misterioso meccanismo che portava le modifiche genetiche degli esseri viventi consentendo la nascita di specie nuove. Ecco che con grande entusiasmo, espose tutte queste scoperte in un articolo che poi spedì al suo collega più stimato: Charles Darwin, appunto. Inutile dire che quest'ultimo rimase particolarmente turbato dalle scoperte del collega, in tutto e per tutto simili alle sue.

Wallace

Wallace

Ma quelli erano tempi e luoghi da gentiluomini, e la scienza e il progresso avevano la precedenza su qualsiasi vanità e trionfo. E così Darwin si affrettò a pubblicare estratti delle sue argomentazioni assieme a quelle di Wallace. La lettura pubblica dell'articolo congiunto, avvenuta il 1 luglio 1858 alla Linnean Society, rappresentò l'enunciazione ufficiale della teoria della selezione naturale al consesso del mondo scientifico.
Ma alla fine fu Darwin a pubblicare, nel 1859, l'ampio "riassunto" del proprio lavoro con il titolo: “L'Origine delle specie”. E Wallace? Nel frattempo il gallese, instancabile ed entusiasta, era già alle prese con una nuova scoperta: una linea "invisibile" di discontinuità biologica nel sud-est asiatico; si tratta della linea che, più avanti, Thomas Huxley battezzerà come Linea di Wallace, grazie alla quale si riuscì a dare una spiegazione scientifica alle atipiche differenze tra le stesse specie faunistiche nell'ambito di aree adiacenti. La diversa storia geologica dell'area indo-malese e dell'area australiana, ad esempio, è responsabile dell'evoluzione indipendente delle rispettive faune. Grazie a questi studi, Wallace si riscatta passando alla storia come uno dei più illustri fondatori della bio-geografia.
Visionario come pochi, verso la fine della sua carriera lo studioso tentò l'ultima grande sfida, cercando di trovare una soluzione definitiva contro l'istinto dell'uomo alla guerra e contro la piaga della disoccupazione. Peccato che il suo genio, presto si arrese. Se mai fosse riuscito in questa febbrile quanto utopica missione, di certo la sua fama avrebbe sbaragliato quella di Darwin.
L'infaticabile Wallace, morì a Broadstone (Dorset) il 7 novembre 1913.