Dalla Ue sull’Italia lampo fuori stagione

 

La stizzita replica di Juncker, leader dell'Ue, agli appunti di Renzi e Padoan sulla rigidità burocratese di Bruxelles è stata un lampo fuori stagione. Perché, invece di risentirsi, non applica al nostro Paese quella flessibilità che concesse a Berlino e a Parigi?
La Comunità europea mi ricorda Siena, una città, ma con tanti rioni rivali che si contendono il Palio, simbolo del predominio. All'interno dell'Ue vi sono due Europe in contrapposizione, come di recente han dimostrato gli egoismi nazionalisti anti-profughi con i fili spinati e i muri in Ungheria, Polonia, Macedonia, Slovenia.
Quando, fra il 2004 e il 2007, fu festeggiata l'adesione di 10 Paesi (in aggiunta ai 18 già esistenti), in gran parte ex 'satelliti' dell'Urss, molti non capirono che fra le democrazie occidentali e quelle centro-orientali esistevano profonde differenze. Si trattava di Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Slovenia, più i tre Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), con l'aggiunta di Malta e di Cipro.
Il nucleo originario dell'Unione era composto da Stati che sapevano di quali errori e tragedie i loro nazionalismi fossero stati responsabili nella prima metà del Novecento (nazismo e fascismo). In particolare la riconciliazione tra Francia e Germania fu realizzata con politiche generose. Conoscevamo i nostri errori, eravamo decisi a non ripeterli e sapevamo che soltanto l'unità dell'Europa avrebbe garantito la pace.
I Paesi dell'ex blocco sovietico avevano fatto invece esperienze diverse. E si consideravano vittime anche se qualcuno, prima della guerra, aveva avuto una parte di responsabilità (Polonia e Ungheria).
Mentre i 6 Stati del nucleo iniziale avevano fatto un processo al nazionalismo, quelli dell'Est attribuivano invece proprio al loro sentimento nazionale il merito di averli aiutati a sopravvivere. E su questa base sognavano il riscatto rispetto al passato.
In loro sopravviveva la cosidetta 'sindrome del Trianon', dal nome del Trattato firmato a Versailles nel giugno 1920 con cui il Regno di Ungheria era privato di gran parte dei suoi territori. Nei nuovi Stati entrati nell'Ue mancava quasi completamente quella 'idea di Europa' che aveva permesso ai 'sei' di affrancarsi dalle tentazioni del nazionalismo.
La situazione è peggiorata quando questi Paesi nuovi arrivati aderirono anche alla Nato. Mentre noi l'avevamo fatto dopo la crisi di Berlino del 1948, in un momento in cui era lecito nutrire qualche sospetto sulle reali intenzioni di Stalin, l'ingresso degli ex 'satelliti' dell'Urss ha avuto l'effetto di trasformare in potenziale nemico uno Stato come la Russia, con cui era invece possibile costruire relazioni di comune interesse.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it