Dal Veneto alla Toscana gli eventi meteo estremi portano alla ribalta il cambiamento climatico e le colpe dell’uomo

Nubifragio, pioggia, grandine e forti raffiche di vento, trombe d'aria e perfino tornado. Poche settimane fa in Veneto, oggi in Toscana con gravi danni, allagamenti e cadute di alberi, ma anche danneggiamti gravi a tetti ed edifici. Insomma in questa estate stanno diventando una tragica costante eventi meteo estremi, come esteme sono state le temperature Africane della scorse settimane che hanno fatto di Luglio 2015, per il nostro paese uno dei mesi più caldi di sempre. Ora anche i più scettici non possono che arrendersi dinnanzi a quella che è una amara verità, quell'allarme che da tempo i climatologi avevano annunciato: simamo dinnanzi ad un cambiamento climatico globale che avrà ripercussioni sempre più evidenti. Se insomma ormai la scienza concorda sul fatto che il riscaldamento climatico è una realtà non così è stato in generale per gli Stati e occorre dirlo anche per i cittadini che hanno spesso accolto con scetticismo gli allarmi degli scienziati. Così ora che i nodi vengono al pettini ci si trova impreparati e causa anche le violenze fatte alla natura con cementificazione e consumo del territorio scellerato e mancanza di manutenzione di corsi d'acqua ora qualsiasi manifestazione temporalesca rischia di fare un alluvione. E' chiaro che questo è solo uno degli elementi, perchè a monte vi è l'aumento delle temperature primariamente collegate alle emissioni umane di gas ad effetto serra, le quali sono a loro volta connesse ai consumi umani di energia ancora prioritariamente di origine fossile e quindi altamente inquinanti.
Si tratta di un processo preoccupante, dal momento che tale riscaldamento origina numerosi conseguenti fenomeni di alterazione in tutti i comparti ambientali, e già oggi i suoi effetti sono ben visibili a livello fisico con l'andamento meteoclimatico, ma anche biologico con modifiche sostanziali sia a livello animale che vegetale.
Il riscaldamento del sistema climatico globale è oggi indiscutibile, come emerge dalle osservazioni dell’incremento della temperatura media globale atmosferica e oceanica, dallo scioglimento dei ghiacci polari in particolare dell’Artico, dalla riduzione dei ghiacciai delle medie latitudini, compresa anche la copertura nevosa e dall’innalzamento del livello medio degli oceani. Mai come oggi è chiaro che quanto avviene anche lontanissimo dalle nostre coordinate geografiche ha in realtà enormi effetti sulla nostra vita. Per essere più chiari e con una equilibrata dose di allarmismo giustificato i climatologi sono chiari, insieme all’aumento della temperatura media, sul nostro pianeta si assisterà e si assiste già ad un aumento della frequenza delle ondate di calore e delle precipitazioni intense, a un aumento dell’intensità dei cicloni tropicali, a una diminuzione della disponibilità idrica in molte aree che diventeranno semi-aride. Questo riguarda proprio il bacino del Mediterraneo, con ripercussioni significative in termini ambientali, sociali ed economici.
In base agli studi del CNR-ISAC ad esempio, le temperature medie annuali in Italia sono cresciute negli ultimi due secoli di 1,7°C (pari a oltre 0,8°C per secolo), ma il contributo più rilevante a questo aumento è avvenuto in questi ultimi 50 anni, per i quali l’aumento è stato di circa 1,4°C (pari a circa 2,8°C per secolo). Le analisi delle serie temporali 1961-2008 effettuate dall’ISPRA evidenziano una diminuzione della temperatura media in Italia dal 1961 al 1981 e un successivo incremento fino al 2008, per un aumento complessivo di circa 1,0°C
Può sembrare poco, ma invece è una enormità di cui gli effetti sono quelli che si stanno evidenziando anche in questi giorni con gli eventi meteo estremi. Ma gli scienziati vanno oltre, allungando le previsioni per il futuro ci dicono che in assenza di politiche di mitigazione dell'effetto serra, le proiezioni relative all’andamento delle temperature, basate sui sei scenari di emissione dell’IPCC per la fine del XXI secolo, indicano un aumento della temperatura globale da 1,8 a 4,0°C nel periodo 2090-2099 rispetto al periodo 1980-1999 (IPCC, 2007). Insomma il futuro del genere umano e delle società così come le conosciamo sarebbe stravolto.