Da cinque stelle a “nane bianche” il possibile declino prossimo venturo del “moVimento”, fagocitato da se stesso e dalle diaboliche capacità di Salvini

Consapevoli del rischio di beccarci gli epiteti di “pennivendoli” o “puttane” non possiamo esimerci dall'evidenziare come il Movimento Cinque Stelle sia riuscito in pochi mesi a far affievolire la luce di quelle stelle che sono state per molti una speranza di rinnovamento e che rischiano invece di essere “nane bianche” destinate ad affievolirsi rapidamente creando dei buchi neri. Stanno partecipando ad un governo “del popolo” con un premier finto (Giuseppe Conte), un premier ombra (Matteo Salvini) drammaticamente vero (che più di destra non si può) e un vicepremier che più “vice” non si può e che pensa che attaccando frontalmente i giornalisti possa colmare con vittimismo stucchevole il vuoto palese della loro politica fatta di promesse virtuali. Un errore storico duello di Di Maio e del suo alter ego "sabatico" Di Battista perchè attaccare in maniera indiscriminata tutta una categoria non è mai una buona idea perché si provoca un compattamento, in questo caso mediatico, che non può essere colmato, come forse loro penano, dalle "verità" espresse dal web. Insomma non c'è più sordo di chi non vuol sentire e non c'è più cieco di chi non vuol vedere, così il M5s in ossequio alla storia delle tre scimmiette finge di non aver capito di aver preso una cantonata tremenda nell'essersi fidato di Matteo Salvini e della sua Lega che cinicamente non solo gli sta erodendo voti ma che nel caso di una non lontana nuova competizione elettorale anticipata si troverebbe davanti al proprio elettorato con scarsi risultati reali e con quelli a “tempo” in prescrizione. Esempio per tutti non solo il “reddito di cittadinanza”, ma esempio massimo di questi giorni la vicenda della “prescrizione”, una decisione di facciata che avrebbe effetti dal 2020 ma che in realtà verrà poi fagocitata da una auspicata da tutti riforma complessiva del sistema giudiziario. Insomma l'ennesima promessa che diventa “virtuale”. Insomma mentre Salvini le sue promesse elettorali, orrende ma “popolari” basate sulla percezione più che sulla realtà, le ha attuate si prepara ad una nuova campagna della paura acutizzata dalle scelte del decreto sicurezza che faranno aumentare le tensioni con i migranti. Insomma il prode Di Maio si troverà non solo a non avere praticamente realizzato quasi nulla di vero, ma anche fuori dai giochi se dovesse permanere la regola dei due mandati parlamentari, anche se su questo è facile pensare ad una forzatura o a un “barbatrucco” per aggirare l'ostacolo. In ogni caso la credibilità per una parte dell'elettorato grillino finirebbe sotto i tacchi ed in assenza di una sinistra degna di questo nome il risultato sarebbe quello di una pianura sconfinata davanti a Salvini e a quello che resta del centrodestra. Uno scenario da paura per ogni democratico italiano che negli ultimi anni ha visto, anche con lo zampino del Pd renziano, depauperarsi progressivamente molte delle conquiste ottenute in anni di lotte: dallo smantellamento dei sistemi di protezione sociale, alla precarizzazione del lavoro, dalla sanità alla scuola pubblica ed oggi con Salvini premier mascherato da “vice” anche nelle libertà individuali e nello stesso concetto di umanità. Un dramma in scena in questi mesi che rischia di violentare le stesse fondamenta della nostra Repubblica erede della cultura democratica nata, bisogna sempre ricordarlo, dalla lotta partigiana sulle ceneri del fascismo che oggi rischia di risorgere come un drago feroce travestito da fenice.

Fabio Folisi