Curdi e palestinesi popoli senza patria

Nella pentola bollente del Medio Oriente vi sono due popoli senza terra e senza Patria. Sono i curdi (40 milioni) e i palestinesi (11 milioni). Entrambi perseguitati nella loro diàspora nei vari Paesi della regione, entrambi da decenni alla ricerca del riconoscimento come Stati. Il Kurdistan indipendente o almeno autonomo resta un sogno del loro capo Ocalàn, tenuto prigioniero in un’isola dai turchi. Il popolo curdo è disseminato in Iraq (e migliaia di loro furono trucidati da Saddam), Iran (repressioni e torture anche qui), Siria e Turchia, Pure Ankara li ha sempre osteggiati anche se ricorse proprio a loro per compiere la strage degli armeni sotto il monte Ararat, quello dell’arca di Noé. Discendenti dagli antichi medi, appartengono al ramo iranico (e quindi sono sciiti: per questo Saddam, sunnita, li perseguitò), non hanno una propria lingua, ma parlano vari dialetti. Rappresentano la quarta etnia mediorientale dopo gli arabi, i persiani e i turchi. Il 30% vive ancora in Iraq e in Iran e rappresentano rispettivamente il 20 e il 4% della popolazione dei due Stati, il 55% in Turchia (10% della popolazione) e il 6% in Siria. Alcune migliaia abitano anche in Armenia. In tutti questi Paesi formano il secondo maggiore gruppo etnico. I palestinesi si dividono in arabi ed ebrei, Fu dopo il 1948 (riconoscimento dello Stato d’Israele e di quello palestinese, ancor oggi non realizzato) e addirittura più dopo la Guerra dei 6 giorni del 1967 che il termine Palestina, già esistente ai tempi di Gesù, è venuto a significare non soltanto un luogo di origine, ma anche il senso di un comune passato e futuro. Sono guidati dall’Autorità diretta da Abu Mazen, successore di Arafat con sede a Ramallah in Cisgiordania mentre nella Striscia di Gaza ci sono gli estremisti di Hamas, anti-ebrei. A parte un forte insediamento a Gerusalemme Est, la maggior parte dei palestinesi vive in Giordania, dove rappresenta il 40% della popolazione. In Libano non è loro riconosciuto alcun diritto e quindi 4 milioni sono apolidi e da diverse generazioni vivono nei campi profughi. Stessa situazione in Siria, alle porte di Damasco, dove la situazione è in questo momento tragica. Infatti, dopo anni senza problemi per i 160 mila palestinesi che si erano insediati nel campo di Yarmouk, l’attacco dell’Isis ha ridotto il loro numero a meno di 20 mila. Nei giorni scorsi mille sono stati uccisi, gli altri sono fuggiti. Date le stragi compiute dai tagliagole, le bombe e le torture sono rimaste le donne e ben 3500 bambini, assediati e senza cibo. In tutto 18 mila profughi.

Augusto Dell’Angelo

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