COSTITUENTE VENEZUELA: AFFLUENZA AL 41,53%, MA LA VERITA’ E’ SCOMODA

Il 41,53% dei venezuelani ha votato ieri per la Assemblea Costituente voluta dal presidente Maduro. Il dato è stato riferito dalla presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Tibisay Lucena, che ha quantificato in poco più di 8 milioni di elettori i venezuelani recatisi alle urne ieri, altra giornata di scontri e violenze e soprattutto di reciproche accuse tra chi vede nella partecipazione di ieri la risposta del popolo ai tentativi di delegittimazione del Presidente Maduro messi in atto dalle opposizioni e dall’occidente invadente contro uno stato sovrano; e chi trova nell’incertezza dei dati e nel meccanismo di voto altre prove a sostegno della illegittimità della consultazione.
I candidati votati ieri dovranno dunque riscrivere la Costituzione venezuelana. Per le opposizioni, un passo “verso la dittatura”; per i sostenitori del Governo, verso la “pace” – tra gli slogan più usati su Twitter a commento del voto – e il ristabilimento della sovranità di un popolo. Certo è che dai proclami ufficiali ai commenti dei cittadini, alle tante foto e ai video postati sui social è difficile capire qual è il vero Venezuela: quello che si è messo in fila per votare o quello che non ci è andato, aderendo all’appello all’astensionismo delle opposizioni che ieri alle 15 (ora venezuelana) indicavano nel 90% - poi scesa all’87% a fine giornata - la percentuale di non votanti? E che dire delle immagini della distruzione di un seggio elettorale ad opera delle opposizioni – questa l’accusa – per impedire ai cittadini di votare? E le manifestazioni pro Maduro “nascoste”? Nel continuo rilanciarsi accuse alcuni Paesi hanno già ufficialmente dichiarato di considerare illegittimo il voto di ieri: gli Usa, ovviamente, ma anche Argentina, Messico, Colombia e Perù.
L’Ambasciata venezuelana in Italia, via twitter, scrive: “Dall'Italia chiediamo al mondo non sottovalutare la forza di un popolo nel pieno esercizio della democrazia diretta”.
Di tutt’altro avviso il Ministro degli esteri italiano Angelino Alfano: “rilevo con preoccupazione che in Venezuela si è proceduto – in un clima di violenza che ha causato numerose vittime, aggravando un bilancio già intollerabile - all'elezione dei membri dell'Assemblea Costituente, nonostante gli appelli della comunità internazionale a sospendere un’iniziativa non condivisa dalla maggioranza dei venezuelani. L'avvio dei lavori dell'Assemblea non fa venir meno la necessità urgente di un dialogo costruttivo con l'opposizione, sulla base delle quattro condizioni poste dalla Santa Sede, per scongiurare il rischio di una definitiva frattura politica e istituzionale nel Paese”.
“Il progetto di nuova Costituzione che sarà elaborato da un’Assemblea che per le sue modalità di costituzione non trova legittimazione democratica, - continua Alfano – non può andare contro i principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia rappresentativa, ivi incluso il rispetto delle prerogative sovrane del Parlamento che dovrà continuare a poter esprimere la volontà del popolo. Qualsiasi futura modifica dell’assetto istituzionale del Paese dovrà comunque essere sottoposta a un referendum popolare, universale e segreto, che ne sancisca la piena corrispondenza alla volontà popolare”.