Convegno, a Roma, di “Omega”, Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia. Quali speranze per il futuro della Libia?

Ultimamente della Libia si parla in maniera miope e solo relativamnete alla questione migranti in quanto base di partenza dei disperati che spesso ed oggi nell'indifferenza generale trovano morte nelle acque del mediterraneo. Certo è che la Libia è un mosaico sempre più complesso e difficile da ricomporre. Siamo dinnanzi ad un quadro geopolitico aggrovigliato, per l’intrecciarsi di forti interessi internazionali, gli stessi che hanno incautamente provocato la caduta cruenta del dittaore Gheddfi senza avere minima idea di quanto stessero innestando. Estremamente importante è quindi capire che speranze ci sono per il futuro di quel Paese. Questo interrogativo è stato il tema del convegno “Libia, ieri, oggi domani” organizzato dall’Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia (OMEGA), da anni attivo nell’approfondire la conoscenza dello scacchiere Mediterraneo, favorendo l’ incontro tra gli operatori economici, informativi, sociali che si occupano del “Mare Nostrum”. L’incontro romano, pianificato con la collaborazione dell’ Ordine dei Giornalisti e patrocinato dalla Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), dal Movimento Internazionale “Uniti per Unire” e dall’ Associazione Medici di origine Straniera in Italia (AMSI), si è svolto al Circolo Ufficiali della Marina di Roma, ed è stato moderato dall’Ambasciatore Mario Boffo. I lavori sono stati aperti dall’ Ammiraglio Enrico La Rosa , che ha sottolineato l’importanza di parlare della Libia in un momento delicato come questo che stiamo vivendo. Sono seguite le relazioni dei giornalisti Alberto Negri e Ugo Tramballi, esperti di politica internazionale, centrate sulle dinamiche geopolitiche della situazione libica. Fra gli interventi di maggior peso quello di Foad Aodi, medico fisiatra, fondatore di AMSI e Co-Mai e consigliere all’ Ordine dei Medici di Roma che ha sottolineato come “ Le criticità a cui ora sta andando incontro la Libia, soprattutto dopo la speranza iniziale e la delusione e il fallimento della Primavera Araba”. Aodi ha anche ricordato che “ è importante continuare sulla via del dialogo tra le varie religioni e culture, favorendo la cooperazione internazionale tramite la “politica dei due binari” : integrazione coniugata alla sicurezza”. “Bisogna intervenire in Libia a favore di un processo di stabilizzazione tramite elezioni popolari e democratiche, combattendo ogni forma di terrorismo e di ingerenze esterne. Si vuole impedire all’Italia di avere un ruolo principale in Libia e nella geopolitica euro-mediterranea” La “Primavera araba”, in realtà, in Libia ha creato ”Più delusioni, distruzioni, rifugiati, destabilizzazioni, immigrati irregolari, morti in mare, violenze contro le donne, mercato nero dei minorenni e dei trapianti di organi.” Il tutto – ha concluso Aodi – ha contribuito a creare più paura e pregiudizi nelle società occidentali nei confronti dei migranti; insieme al fallimento dell’integrazione “fai da te” ”.