Combattere l’emigrazione di massa promuovendo lo sviluppo sostenibile dell’Africa

Il 2015 si sta rivelando un anno cruciale per la sopravvivenza dell'Unione Europea, almeno come la conosciamo noi oggi. I tremendi scossoni prodotti dai violenti attacchi terroristici di questi giorni, sono solo la punta di un iceberg ogni giorno più grande.

Dopo oltre un lustro di crisi e di stagnazione economica, che ha messo a dura prova la stabilità dei legami tra i vari stati e l'efficiacia delle organizzazioni sovranazionali del Vecchio continente, negli ultimi mesi le continue ondati di profughi provenienti soprattutto dalle coste africane, ha prodotto ulteriori scricchiolii in un sistema di coesione già molto provato. Paesi come Italia e Grecia, i più "colpiti" dalle incessanti ondate di "disperati del mare" si sono trovati per lungo tempo a fronteggiare da soli (o quasi) una situazione sempre più insostenibile.

Paesi meno coinvolti (fisicamente e politicamente) nel problema si sono guardati bene dall'offrire un qualsiasi aiuto, alla faccia dei principi di unione europea. Solo recentemente sono emersi dichiarazioni e provvedimenti improntati alla solidarietà e al sostegno, a fronte di infinite discussioni tra i vari stati membri. Quello della emigrazione di massa, fenomeno tuttora in atto, potrebbe essere un importante banco di prova per valutare la reale importanza delle faraoniche e costosissime organizzazioni sovranazionale che sovrintendono alla gestione dell'Europa Unita (Parlamento Ue, Commissione Ue, Bce, ecc.).

Nell'incontro che si sta svolgendo a Malta ha sancito l'inopportunitò di un approccio puramente repressivo nei confronti degli emigranti, una massa di disperati che non hanno più nulla da perdere e che non si fermano davanti a nulla. Un eventuale incidente con morti e feriti tra i vari confini degli Stati proclamerebbe la fine ufficiale dell'Ue. Molto meglio, dunque, promuovere e sostenere lo sviluppo dei vari paesi africani da cui partono tali migrazioni di massa. governo dell'Unione europea e di una trentina di paesi africani hanno dato il via libera questa mattina a un fondo con il quale sostenere lo sviluppo in Africa. Lo strumento finanziario, che nelle speranze dovrebbe godere di una dote di 3,6 miliardi di euro, è uno dei pilastri di una collaborazione che i Ventotto sperano possa contribuire ad arginare l'arrivo in Europa di migliaia di immigrati.

Secondo il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker "'l'obiettivo del fondo è di aggredire le “cause profonde” della crisi migratoria di questi mesi, vale a dire la povertà dalla quale molti migranti scappano". Per ora, tuttavia, i paesi membri hanno versato circa 100 milioni di euro, di cui 10 provenienti dall'Italia.