Civati sfida Renzi sul Quirinale: “Lanciamo candidato ‘NN’, Non Nazareno”

"Tutti coloro che stanno dicendo peste e corna del patto del Nazareno e della sua estensione (e addirittura della sua finalizzazione alla creazione di un nuovo soggetto politico) dovrebbero fare una proposta sul presidente della Repubblica perché non sia espressione del Nazareno, come ormai scrivono tutti i giornali, e quindi di quella che si può definire una 'trattativa privata' (fino alla rottura in Senato, tutti negavano che nel patto ci fosse anche il Quirinale, ma ormai tutti ammettono che non era vero)". Lo scrive Pippo Civati sul suo blog. "Se fosse un'iniziativa che nasce in Parlamento, oltre al Nome della Rosa (e alla Rosa dei Nomi), costringerebbe tutto il Pd a un dibattito vero, non al solito 'canguro' tra le dichiarazioni, al termine delle quali si arriva puntualmente all''o così, o niente' -prosegue l'esponente del Pd-. Un candidato NN, non-Nazareno, che non nasce tra quattro mura, ma all'aperto, nell'aula parlamentare e nella società italiana, perché le sappia rappresentare entrambe, con autorevolezza e autonomia (che poi sono la stessa cosa). Un candidato che possa arrivare ai voti necessari, senza essere il candidato di questo o di quello". Insomma una sfida aperta al segretario Pd più che al premier, e la proposta piace a sinistra, trova in sintonia subito Sel  che rilancia con il suo segretario Nichi Vendola che per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica è pronto a costituire un 'fronte anti Nazareno' che includa anche il Movimento 5 Stelle. Spiega la proposta il leader di Sel  Vendola, a Milano per la tre giorni del partito, precisando che la proposta è aperta a "tutti coloro che vogliono giocare la partita del Quirinale e che non intendono replicare il copione delle belle statuine". Vendola sottolinea poi che "tutte le forze che amano la Costituzione, e che considerano il patto del Nazareno una forma di inquinamento permanente della vita politica italiana", hanno "non solo il diritto ma anche il dovere" di convergere per impedire che "questo delitto venga compiuto", riferendosi agli accordi tra Berlusconi e Renzi. In questo senso, il 'fronte anti Nazareno' rappresenterebbe la "possibilità, per il parlamento, di guadagnare sovranità rispetto ai giochi che si fanno nelle retrovie o nelle segrete stanze". Inutile dire che l'azione di disturbo ha scarse speranze di raccogliere numeri tali da impensierire Matteo Renzi, ma lo costringe a venire allo scoperto accettando il soccorso "azzurro" offerto dall'ex cavaliere, ceando una spaccatura forse incolmabile non tanto con la dirigenza Pd legata alla minoranza, ma certamente con una gran parte di militanti attivi sui territori. Il richiamo al bene della "ditta" potrebbe questa volta non bastare e l'aria di scissione potrebbe farsi davvero pesante. Del resto c'è più di un osservatore che teorizza che la strategia renziana del Paretito della nazione debba passare necessariamente attraverso l'estromissione delle componenti di sinistra del Pd, solo così si potrà tornare a creare quella unità dei moderati che un tempo si chiamava Democrazia Cristiana.