Cina, accusato di corruzione l’ex ministro della sicurezza Zhou Yongkan

L'ex alto responsabile cinese Zhou Yongkang, ex ministro della Sicurezza pubblica è stato accusato di corruzione, abuso di potere e divulgazione volontaria di segreti di stato. Lo ha reso noto con una nota l'agenzia stampa Nuova Cina. Questo annuncio apre la strada all'avvio di un processo al politico settantenne, che fu membro del comitato permanente del Comitato permanente dell'Ufficio politico, del partito comunista cinese, quindi un responsabile chiave del regime per oltre dieci anni. Zhou, la figura di maggior rilievo del regime caduta in disgrazia negli ultimi 40 anni. L'ex uomo di governo, non è più stato visto in pubblico dall'autunno 2013 e sarebbe già detenuto. Inutile dire che in Cina con quei reati e difficile passarla liscia. Il processo sarà celebrato a Tianjin. Zhou Yongkang ex  capo della sicurezza, un tempo uno degli uomini più potenti di Cina,  rischia ora la pena di morte. In realtà oltre alle accuse "ufficiali" sull'uomo  pendono anche quelle di natura politica: avrebbe ordito, questa la tesi,  un golpe per far cadere addirittura il Partito comunista.  Basteranno comunque le accuse formali presentate dal Procuratorato Supremo del Popolo cinese per portarlo al patibolo e chiudergli la bocca su molti segreti che certamnte custodisce nella sua memoria.in quanto ex membro della Commissione permanente del Politburo. L’inchiesta contro Zhou si era aperta nell’agosto del 2013, un anno dopo il suo ritiro dalla vita politica attiva, e rientra nella campagna “contro le tigri e le mosche” della corruzione lanciata dal presidente Xi subito dopo la sua presa di potere. L’ex “zar” della pubblica sicurezza è accusato di aver intascato “enormi tangenti” durante tutta la sua carriera: egli è stato vice direttore generale della China National Petroleum Corporation; capo del Partito comunista del Sichuan; capo del ministero della Pubblica sicurezza e capo della Commissione centrale politica e per gli Affari legali. Secondo il comunicato ufficiale del Procuratorato “l’abuso di potere compiuto da Zhou ha portato enormi perdite nei fondi pubblici e ha danneggiato in maniera seria gli interessi nazionali e pubblici, causando un impatto sociale negativo”. Tuttavia, gli inquirenti non hanno dato informazioni sull’accusa di aver svenduto segreti di Stato, perchè questa metterebbe sotto la lente falle all'infallibilità  del sistema che non possono essere ammesse e quindi non esistono.  Anche se questo processo nasce nell’ambito della campagna anti-corruzione, gli analisti asiatici ne sottolineano anche “l’enorme importanza politica”. Il rapporto annuale pubblicato nel febbraio 2015 dalla Corte Suprema del Popolo riporta come l’ex ministro abbia “minato la solidarietà all’interno del Partito comunista e si sia impegnato in attività politiche non approvate dalle autorità”. In realtà molti commentatori indipendenti  ritengono che in realtà la campagna contro la corruzione di Xi Jinping sia in realtà una scusa per eliminare fazioni e singoli politici rivali secondo uno schema ampiamnte in uso in Cina e oseremmo dire anche se meno platealmnte nel resto del Mondo occidente compreso. Nato nel 1942, Zhou si era iscritto al Partito nel 1964. Studente dell'istituto del petrolio a Pechino (divenuto poi l'università cinese del petrolio) era poi entrato nell'industria dell'energia, negli anni '90 è divenuto capo della China National Petroleum Corp. (Cnpc), potentissima industria statale dell'energia. Nel 2002, Zhou era entrato nel Politburo come ministro della sicurezza. Sotto la sua leadership questo ministero ha avuto un budget annuale più alto di quello della difesa, rafforzando il controllo della società, ampliando i corpi di polizia, dando potere di imprigionare senza processo dissidenti, personalità religiose, portatori di petizioni, contadini che lottavano contro il sequestro delle terre, assediando villaggi e sparando sulle folle, insomma non certo un democratico e per questo la sua fine non vedrrà in patria certo un movimento in sua difesa. Il suo declino è iniziato quando, avendo accumulato troppo potere finì nel mirino del presidente, così nei mesi scorsi molti dei suoi amici e segretari finirono  sotto inchiesta con lo scopo evidente di dimostrare il "marcio". Fra le persone nel mirino delel autorità anche alcuni suoi familiari, implicati secondo i solerti investigatori cinesi  nella rete di amicizie e di guadagni del mondo dell'energia.