Ciak su FilmForum Festival, un po’ anacronistico e un po’ contemporaneo

be another labAl via la XXII edizione di FilmForum Festival, evento di portata internazionale che, in seno all'Università friulana, si svolgerà tra Udine e il Dams di Gorizia dal 18 al 24 marzo.  

Ci ostiniamo a dire cose vecchie con il vestito nuovo.
Non ci stancheremo mai di dire che l'arte, oggi, è esausta e poco di nuovo ha da dire. Tutta l'arte; cinema compreso. Le forme, i “vestiti” sono senz'altro nuovi; così come le tecnologie, i mezzi di comunicazione, ma i contenuti sono gli stessi. Scimmiottamenti del passato. Di conseguenza, ben poco di nuovo hanno da dire tutti i festival che gravitano attorno ad essa.
E anche Film Forum, iniziativa lodevole e interessantissima nata in seno al Dams dell'Università Friulana sta, a nostro avviso, subendo la crisi di contenuto del momento.
Insomma, con un po' di onestà in più, noi crediamo che davanti a qualsiasi manifestazione culturale, oggi nasca un grosso quesito: «E adesso? Che ci inventiamo di nuovo?». Già. Che ci inventiamo? Lo psicanalista francese Didier Anzieu (1976) nel suo libro “L'autoanalisi di Freud e la scoperta della Psicoanalisi” descrive in maniera molto efficace le difficoltà di un processo creativo conoscitivo: «Per effettuare una scoperta, per comporre un opera innovatrice, bisogna superare due resistenze. La prima è una resistenza epistemologica (...): ciò che già si sa costituisce una forza di inerzia che paralizza la presa di possesso del nuovo che si potrebbe trovare. Inventare significa contraddire, dimenticare un sapere di più tarda acquisizione e condiviso da molti per tuffarsi da soli in un qualche vecchissimo strato di se stessi, ricordarsi di un immagine personale che vi si trova depositata e da questa fare germogliare la scoperta, l'opera».
Ecco. A questo punto, in questa epoca che sfugge “alla vecchia guardia” che non è più in grado di capire dova vada a parare, non sapendo più guardare in prospettiva (nemmeno il fior fiore di scienziati ed economisti lo sanno fare) e mancando ad ognuno di noi la visione, forse un ritorno all'arte e al dibattito costruttivo si potrebbe ottenere grazie a una provvidenziale amnesia.
Ma bando al sarcasmo: in occasione della XXII edizione di Film Forum, che inizierà il 18 marzo per concludersi il 24 tra Udine e Gorizia, e in collaborazione con università di tutto il mondo tra le quali Berkeley, Berlino, Parigi e Londra, la macchina da presa stringerà la sua inquadratura su un argomento che, a dirla tutta, non ha granché di interessante, o inedito. Con il titolo “Un cinema senza nomi” infatti, l'evento destinato alle sale udinesi, con tutti i suoi incontri, convegni, workshop e proiezioni intende riflettere su come sarebbe il cinema, o la critica cinematografica, se gli autori dell'opera rimanessero sconosciuti.
In parole povere il dilemma è: se guardassimo, per esempio, un film di Luis Buñuel senza saperlo, il nostro giudizio, e la nostra “crescita” intellettuale, sarebbero diverse da quelle che altrimenti avremmo avuto? E' così difficile per lo spettatore affidarsi e abbandonarsi alle sole immagini, senza bisogno di un capitano al timone? In sintesi: è così difficile per il pubblico riuscire ad avere pensiero proprio, sincero e autonomo? E l'arte cinematografica oggi, è capace di comunicare ed essere apprezzata senza un blasone che la “sponsorizzi”?
Il tema del dibattito, francamente, è anacronistico. Si scatenò ben 55 anni fa quando Piero Manzoni realizzò la sua “Merda d'artista”. Era il 1961 quando l'autore sigillò le proprie feci in 90 barattoli numerati. Il loro valore, inutile dirlo, andò alle stelle. La merda, fu pagata ben oltre il peso dell'oro. La scatoletta diventò un vero e proprio manifesto, contrastando le assurdità artistiche in quanto qualsiasi prodotto veniva premiato e considerato arte non per il valore intrinseco, la capacità dell'artista o ciò che suscitava, ma solo dalla notorietà dell'artista.
La scoperta dell'acqua calda ci sembra anche uno dei temi del dibattito organizzato a Gorizia che, a proposito di critica, riflette come se fosse nuovo, un fenomeno che ha già 20 anni: la nascita della critica su web, quella non istituzionale, quella libera, dei comuni mortali e che si scatena sui blog influenzando l'opinione pubblica più di quanto possano fare gli addetti ai lavori. VOLTO DESKTOP
Dell'argomento se ne occupò già tre anni fa, per esempio, Luca Malavasi (Ricercatore al Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichità, Arti e Spettacolo dell’Università degli Studi di Genova) nel suo saggio: “Dal portale al blog: storie della critica non ufficiale”.
Malavasi, infatti, in un paragrafo intitolato “L’impero dei segni” scrive: «Il 12 novembre 2011, sono nati 103,970 blog, portando così il totale dei blog esistenti a 176,688,172. (…) dal punto di vista formale o tecnologico, un blog non muore davvero mai: semplicemente, si interrompe, lasciando dietro di sé una scia di pensieri, parole, immagini che non smettono davvero mai di comunicare (o, quantomeno, di essere indicizzate), dentro il pulviscolo di frasi che compone la semiofera di internet. (…) ma la questione interessante è: perché ogni giorno centinaia di migliaia di persone decidono di aprire un blog e di cominciare a scrivere? Di entrare nel “grande sistema”?
E, magari, di scrivere di cinema, e di entrare nel “piccolo sistema” della critica
online? (…)».
Ecco, su questa domanda, di fatto elaborata già anni fa, si discuterà all'interno di FilmForum nei dibattiti goriziani dove, con tutta probabilità, sembrerà difficile immaginare che, prima dell’invenzione di Internet, ci fosse un’analoga spinta (numericamente parlando) a inaugurare “diari scritti” (perché il blog in fondo rappresenta questo modello comunicativo) per divulgare opinioni e giudizi. Si dirà che i blog hanno realizzato un passaggio culturale per certi versi definitivo, che riguarda sia la forma della scrittura, sia la natura della comunicazione verbale, sia la critica, trasformando la scrittura in immagine, in “spettacolo” visivo. Dai muri per graffiti a Facebook, alla piattaforma mondiale di Internet, la critica d'arte, nella penna dei più, s'è fatta fenomeno voyeuristico. E' dunque in perfetta sintonia con i vuoti valori dei tempi e non può stupire l'importanza che assume. youtubers_licaoni
Premesso tutto questo, entriamo nel vivo della manifestazione.
“Per una storia del cinema senza nomi” è, come già detto, il tema portante dell'edizione diretta da Leonardo Quaresima con i curatori Federico Zecca, Andrea Mariani, Sara Martin.
Fil Forum, inoltre, dedica la prima personale italiana a al cineasta spagnolo Albert Serra, protagonista del nuovo cinema europeo e vincitore del Pardo d’Oro a Locarno 2013. Serra parteciperà alle fasi di Udine e alla Magis - International Film Studies Spring Film School di Gorizia, dove terrà una masterclass per gli studenti iscritti. La rassegna cinematografica a lui dedicata presenta un percorso di proiezioni nelle serate di mercoledì 18 e giovedì 19 marzo al Cinema Visionario di Udine. Fra le pellicole proposte nella selezione del ricercatore Vincenzo Estremo: “Historia de la meva mort” (Pardo d’oro 2013 – 19 marzo), The Names of Christ (in apertura, mercoledì 18 marzo) e Cubalibre (19 marzo), musical omaggio a Fassbinder, girato a margine del progetto "The Three Little Pigs”.
Serra sarà inoltre protagonista dell’Artist’s talk in programma venerdì 20 marzo, alle 9 a Palazzo Caiselli (Udine).
Uno degli eventi che invece più ci incuriosisce di questa rassegna, è l'esperienza con la realtà virtuale: “Nei panni degli altri”: per la prima volta in Italia un collettivo artistico spagnolo, “Be Another Lab” presenta il viaggio virtuale nell’altro con la tecnologia piu’ innovativa del pianeta, Oculus Rift, alla base delle imminenti novita’ del facebook virtuale. "The Machine to Be Another" è una installazione di Virtual Reality, legata alla tecnologia Oculus Rift, sviluppata con l'intento di creare una connessione virtuale tra esseri umani di genere differente o con fisicità differerente, per generare empatia e identificazione con l'altro. Una riflessione, dunque, sulla (inter)soggettivita' nell'era della connessione digitale: per sentirsi l’altro - uomo, oppure donna – almeno una volta nella propria vita.
FilmForum Festival, inoltre, proporrà lunedì 23 marzo, al Kinemax di Gorizia, la proiezione dell’installazione, rendendola disponibile al pubblico per una prova individuale nel corso della giornata (Mediateca Casiraghi, fra le 13 e le 14 e le 18 e le 20). Il visore di Oculus Rift, a detta dei maggiori esperti tocca il punto più alto, e forse l’apice della Realtà Virtuale. Ideale integrazione di Be Another LAB sarà la Tavola rotonda su “immersive environments”, per studiosi e artisti, intorno alle potenzialità di sviluppo delle nuove tecnologie legate al concetto di "embodiment". Numerosissime le proiezioni e gli eventi speciali in cartellone, legati al ‘virtuale’: a Villa Manin FilmForum Festival 2015 propone la mostra di media art “Unmade displays”, a cura di Vincenzo Estremo e Davide Bevilacqua, focalizzata sulla relazione tra l’uomo e il display: un’ulteriore imperdibile incursione nel virtuale e nelle nuove tecnologie. Come implementare i limiti del cinema? La mostra ne parla investigando l’invasione dei nuovi media, delle interfacce e della digital culture. Completa questo percorso, in anteprima nazionale il documentario interattivo “In limbo”, sul rapporto con il nostro technological self. Ideato e realizzato da Antoine Viviani, “In limbo” sarà presentato in anteprima nazionale a FilmForum Festival lunedì 23 marzo (Kinemax, ore 21), per indagare il rapporto con l’archivio aperto di informazioni su di noi che esiste sul web e presenta al mondo, in modo del tutto ingovernabile da noi, la nostra immagine e soggettività.
Speciale youtubers: come già anticipato Filmforum Festival racconta la “nuova” frontiera di programmazione e critica video-cinematografica. Una tavola rotonda, lunedì 23 marzo (ore 16, Palazzo del Cinema) affronterà il neonato mondo degli youtubers italiani. Protagonisti saranno gli artisti de I Licaoni Videoproduzioni, un collettivo di videomaker livornesi, giovani alfieri della produzione indipendente; oltre alla giovanissima critica e blogger BarbieXanax, una delle pochissime youtuber donna. Il mezzo video e il canale youtube come luogo di critica dell’audiovisivo, dunque. I giovani youtubers hanno un seguito straordinario fra gli under 30. I più seguiti "critici o gamers” della rete ottengono con i loro video dalle 700.000 al milione di visualizzazioni.

Serra

Serra

Il 24 marzo (ore 17, Palazzo del Cinema), la seconda tavola rotonda sugli youtubers italiani vedrà la partecipazione di “Fraws”, star del gruppo “parliamo di videogiochi”, il critico italiano di videogame più seguito della rete e di Synergo e Redez (quei due sul serve). A FilmForum Festival inoltre la riflessione sui nuovi media e il ‘neogiornalismo’ che passa dai social e diventa fonte di documentazione: ne parlera’ sabato 21 marzo uno dei massimi esperti internazionali, Stuart Allen della Cardiff University.
FilmForum Festival 2015, nella storica sezione di riferimento del festival a cura di Federico Zecca e Giovanna Maina prosegue il viaggio attraverso i Porn Studies (Carthography of Pornographic Audio-visual), quest’anno concentrato su tre macro temi specifici: il 20 marzo alle ore 15, in programma il focus intorno al porno Web 2.0: le estetiche, le questioni etico-politiche e identitarie legate alle pornografie della Rete. Clarissa Smith (University of Sunderland, Gran Bretagna) e Feona Attwood (Middlesex University, GB) – fondatrici ed editors della prestigiosa rivista accademica – interverranno su due temi molto importanti: la prima illustrerà i risultati di un’estesa ricerca media-etnografica sulle audience del porno, mentre la seconda dedicherà il suo intervento alla definizione di cosa significa “pornografia mainstream” nei discorsi circolanti sui vari media popolari. E visto che dal passato non ci si stacca, il 22 e il 23 marzo si indagheranno le “pornografie vintage” e i problemi legati alle forme di archiviazione e al reperimento di rari materiali “espliciti” del passato. Evento speciale sarà la serata di proiezioni (il 22 marzo alle 21) dedicata all’erotismo vintage, presso il Kinemax di Gorizia.