Il centro destra di origine berlusconiana cerca di ricompattarsi. Niente noiosi dibattiti sul futuro del Paese, ma una bella depenalizzazione dei reati dei “colletti bianchi” corrotti.

 

C’è euforia nel centro destra. Non solo a livello nazionale dove qualcuno in verità piuttosto pateticamente si sta intitolando la vittoria di Donald Trump , ma anche in Fvg dove che il vento sia cambiato lo certifica effettivamente la perdita da parte del centro sinistra alle amministrative. Ultimo stridente episodio Monfalcone, storica roccaforte operaia, che ha voltato le spalle al Pd non riconoscendosi nelle politiche renziane e affascinato dalle sirene della guerra fra poveri. Ma in realtà è a livello nazionale che si cerca di ricompattare quello che un tempo ci chiamava “Casa delle libertà” e che prima diventò un condominio e poi, nella migliore tradizione italiana, inizio la litigiosità fino alla diaspora delle varie componenti di Pdl prima e Forza Italia poi. Oggi si cerca di ricompattare tutta questa galassia per poi aprire una trattativa “paritaria” con la Lega di Matteo Salvini e lo si fa, non con un dibattito programmatico, ma con un bel disegno di legge sotto lo slogan: “No alla custodia cautelare in carcere per i colletti bianchi”. Insomma si cerca di far quagliare la ricotta di una base che oggi si è sentita abbandonata al suo destino. Primo firmatario di questo ddl, vera perla di manifesto programmatico, è manco a dirlo un “verdiniano”. Si tratta di Ciro Falanga di Ala ma porta in calce la firma di altri 27 senatori. Insomma il testo, presentato al Senato, è sottoscritto anche dalle altre anime in cui si è diviso lo schieramento: Forza Italia, Conservatori e Riformisti di Fitto, Ap-Ncd del ministro dell’Interno Alfano, se approvato, escluderebbe la detenzione per gli accusati di reati come finanziamento illecito dei partiti, autoriciclaggio, truffe aggravate, corruzione. A meno che non si usino armi e violenza o si evadano gli arresti domiciliari. Sarà difficile che l’operazione legislativa vada in porto, ma in realtà il vero scopo è trovare una unità d’intendi sulle vecchie parle d’ordine, quelle tanto care a Cesare Previdi e ad altri galantuomini della ex sfera berlusconiana. L’intero centrodestra, anche la parte confluita nella maggioranza insomma si ricompatta su una proposta che definire scandalosa è un eufemismo. La norma piuttosto velenosa nella sua articolazione andrebbe a modificare l’articolo 274 del codice di procedura penale in tema di custodia cautelare e escluderebbe appunto quelli che chiamiamo i “colletti bianchi” corrotti. Riscrivendo l’ultima parte della norma sulla custodia cautelare esclude, ad esempio, fra i reati passibili d’arresto in carcere il finanziamento illecito dei partiti, ma non solo si eviterebbe la detenzione agli accusati di reati come autoriciclaggio, truffe aggravate, corruzione e reati economici. Qualora il ddl Falanga dovesse diventare legge, i cosiddetti “colletti bianchi” finirebbero al massimo agli arresti domiciliari. La custodia cautelare in carcere per loro potrebbe scattare solo in un caso: se fossero trasgredite “le prescrizioni imposte”, ad esempio l’evasione dagli arresti domiciliari. In sostanza non si rischierebbe più la detenzione solo per il fatto di essere accusati di un reato per il quale è prevista una pena superiore ai 5 anni, così come vuole la procedura attuale. Insomma tornerebbe il paese del Bengodi per tutti i reati gravi contro la pubblica amministrazione, la custodia cautelare in carcere non esisterebbe più.