Carnia a Expo 2015, una esperienza importante

L’Expo 2015 chiuderà fra poco i battenti con l’auspicio che, diversamente dal titolo della commedia shakespeariana, il “molto rumore” non sia stato “per nulla” e che rimanga qualche “strascico” per il “made in Italy”, senza tralasciare l’uso futuro dell’ampia area a nord di Milano.
Memore delle esperienze passato che hanno visto permanere bizzarri edifici di cemento, vuoti e localizzati in zone periferiche. Cattedrali nel deserto diventate purtroppo simbolo di degrado e abitate perlopiù da gente di passaggi in cerca di un tetto fortuito. Evitare quindi di ripetere gli errori del passato e riflettere seriamente su cosa resterà a Milano dell’Expo 2015 è d’obbligo. Esistono comunque casi passati di corretto uso delle aree che potrebbero essere presi a modelli. Negli Stati Uniti, sono state usate strutture interamente smontabili. Una volta rimosse, le aree sono diventate parchi. Come pure all’esposizione del 2002 in Svizzera dove gli edifici dell’Expo, dopo la manifestazione, sono stati rimossi e i paesaggi sono tornati ad essere quelli di sempre.
Lasciando per ora il dopo expo, è interessante anche vedere cosa ha dato e lasciato a chi ha partecipato a questa vetrina delle migliori tecnologie orientate ad un futuro sostenibile. Pur essendo la montagna carnica lontana dal contesto dell’Expo 2015, non è rimasta ai margini di questo grande evento e molte sono state le aziende locali che vi hanno partecipato.
In primis le imprese edili impegnate nella realizzazione delle strutture espositive. La Stratex di Sutrio si è aggiudicata la realizzazione del padiglione della Cina e di tutte le architetture di servizio dedicate ai visitatori all'interno dell'Esposizione. Legnolandia di Forni di Sopra è stato invece incaricata della costruzione del padiglione Colombia, un’area espositiva di mille 907 metri quadrati in cui sono rappresentati i cinque piani termici dello stato sudamericano.
E poi ci sono state le aziende impegnate più direttamente in workshop, conferenze e in vari appuntamenti. Era presente 12-to-Many, la prima rete di imprese in Italia delle filiera foresta-legno, nata in Carnia e composta da una decina di aziende di Prato Carnico, Ovaro, Sauris e Paularo. Imprese boschive, di carpenteria, segherie, falegnamerie, ma anche aziende impegnate nella realizzazione di complementi di arredo e strumenti musicali. Nello spazio chiamato "Dai Sapori ai Saperi della Carnia", ha suonato il clavicembalo realizzato dai fratelli Leita, il primo al mondo certificato Pefc, con i tasti in noce e carpino proveniente dalla Val Pesarina. Presente come protagonista anche Helica, l’azienda di Amaro impegnata nel telerilevamento aereo.
Non è mancata la presentazione di prodotto enogastronomici locali, proposti anche dall’Osteria da Alvise di Sutrio, trasferitasi a Milano per l’occasione.
L’aspetto sportivo-turistico-economico della Carnia è stato illustrato con la presentazione della Carnia Classic Fuji-Zoncolan, organizzata dall’ASD Carnia Bike lo scorso 30 agosto. È stata l’occasione per proiettare il documentario del direttore della fotografia tolmezzino Dante Spinotti. Il film “Con Giuseppe Verdi da Maniago allo Zoncolan” è stato realizzato in occasione della tappa del Giro d’Italia 2014 da chi è stato riconosciuto come uno dei migliori direttori della fotografia del cinema internazionale.
Una presentazione della Carnia sotto vari aspetti, da quello imprenditoriale a quello turistico-economico, toccando anche le peculiarità enogastronomiche. Una partecipazione a 360° che lascerà sicuramente ai partecipanti la consapevolezza di avere messo in mostra anche e soprattutto il territorio e le produzioni tipiche locali.

Danielle Maion