Capitale italiana della cultura 2016/17: dieci città in lizza.

timthumbInvece di pensare a questi concorsi, il Ministero dovrebbe investire i suoi soldi a ripulire la capitale vera e propria. Sia dalla spazzatura che dagli amministratori sbagliati

Roma. Accanto al titolo di Capitale europea della cultura, assegnata per il 2019 a Matera, esiste anche il titolo nazionale di Capitale italiana della cultura 2016 e 2017, istituito dal ministro Dario Franceschini con la recente legge ArtBonus. Il Mibact, attraverso una giuria presieduta dal presidente della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna e docente universitario Marco Cammelli, ha diffuso la short list di dieci candidati scelti tra le 24 città che avevano presentato domanda per il titolo. Si tratta di Aquileia, Como, Ercolano, Mantova, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. Ora i comuni finalisti dovranno presentare entro il 15 settembre i dossier di candidatura definitivi per la scelta della capitale italiana del 2016 (entro il 30 ottobre) e della capitale italiana del 2017 (entro il 15 dicembre). Alle due città vincitrici verrà assegnato un contributo di un milione di euro. E_001_Degrado_San_Lorenzo_Roma

Detto questo, la notizia a noi sembra una presa in giro. A conti fatti, però, osservando l'impennata del degrado che sta distruggendo le nostre più belle piazze, non siamo del tutto convinti che l'Italia possa ancora meritarsi dei riconoscimenti. La spazzatura di Roma, inoltre, e i disagi imposti ai turisti, ci fanno pensare che, prima di eleggere le capitali della cultura, il Ministero dovrebbe dare una ripulita alla capitale vera e propria, che di cultura ne avrebbe tanta, se non stesse finendo sotto ai sacchi dell'emmonnezza trasformandosi, filologicamente, nell'antica cloaca maxima.