Cambiare tutto per non cambiare niente, o quasi. La Gran Bretagna sceglie i conservatori

Non ha nascosto la sua delusione Ed Miliband, che di fatto ha ammesso la sconfitta esercizio che come sappiamo in Italia sarebbe un eccezione assoluta. Milibant leader dei laburist che escono dalle urne con le ossa rotte potrebbe dimettersi già in giornata ma non prima di fare appello ai vincitori sul fatto che il prossimo premier ha "la responsabilità di tenere unita" la Gran Bretagna.
Per uno che erde c'è uno che vince, e questo è innegabilmente il conservatore premier uscente David Cameron che esce da mattatore con una vittoria non attesa in questa dimensione e che permetterà ai Tory di continuare la politica di austerity e sottoporre a referendum l'appartenenza del Regno Unito all'Ue. Ma vi sono anche pericolose ombre sul cammino di Cameron, le elezioni britanniche hanno fatto registrare anche la marea montante dei nazionalisti scozzesi, che diventano la terza forza nazionale se non in percentuale nel numero di seggi che vedono riemergere le loro speranze di indipendenza .
Sconfitti oltre ai laburisti anche i liberaldemocratici di Nick Clegg, vice premier uscente il cui partito è stato letteralmente decimato o per usare un termine ormai caro alla politica italiana “asfaltato”. I liberaldemocratici hanno pagato duramente la condivisione del potere di governo e rischiano addirittura di scomparire visto che 'pezzi da novanta' come diversi ministri (a cominciare da Vince Cable) non sono stai rieletti e lo stesso leader Nick Clegg ha mantenuto per un soffio il seggio e probabilmnete come Miliband annuncerà le sue dimissioni.
Clamoroso flop anche degli euroscettici dell'Ukip, (quelli con cui Grillo fece l'accordo), Nigel Farage sembra non aver ottenuto il seggio. Fosse così questo indebolirà le istanze anti-europee dei conservatori maggiormente euroscettici.