Btp Italia flop, oggi venduti solo 241,3 milioni, ieri raccolti solo 481 milioni di euro

Prosegue in maniera preoccupante ma prevedibile la debolezza della domanda per il Btp Italia, il bond governativo destinato ai risparmiatori, con sottoscrizioni che oggi, seconda giornata del collocamento, si sono fermate ad appena 241,3 milioni di euro. Nel primo giorno il titolo indicizzato all'inflazione -giunto alla sua quattordicesima edizione - aveva raccolto solo 481 milioni di euro, in quello che è stato il peggior debutto dal 2012 e il secondo peggior esordio da quando il Tesoro ha introdotto questa tipologia di bond. Per avere una idea del flop bisogna ricordare i 16,8 miliardi raccolti invece in un giorno nella quinta edizione e il tempi più recenti, il collocamento del novembre 2017 quando il Btp Italia aveva raccolto oltre due miliardi di euro nella prima giornata di offerta e 1,1 miliardi nella seconda. Il collocamento proseguirà domani per gli investitori retail, mentre giovedì sarà riservato agli investitori istituzionali. Insomma una delusione di cui il Governo Conte dovrebbe tenere conto visto che l'obiettivo del Tesoro era incassare tra 7 e 9 miliardi di euro, collocando un titolo indicizzato all’inflazione italiana con un rendimento minimo garantito dell’1,45%. I risparmiatori italiani però non hanno mostrato finora particolare interesse verso il Btp Italia e se è vero che l’emissione del titolo indicizzato all’inflazione è considerato uno specchietto al tornasole per la fiducia riscontrata da un paese sui mercati internazionali le prospettive sono più che scure.
Il Btp Italia al 2022 ha le stesse caratteristiche dei titoli precedenti: cedole semestrali sul capitale rivalutato in base all’inflazione italiana del periodo più il recupero immediato dell’aumento dei prezzi nel semestre grazie alla rivalutazione semestrale del capitale, corrisposta con la cedola. Il rimborso è in unica soluzione alla scadenza ed è previsto un bonus fedeltà ai privati che detengono il titolo fino a scadenza (un ammontare fisso pari al 4 per mille lordo), ma è possibile vendere prima il titolo dato che sarà quotato sul Mot, ma anche così i “risparmiatori” non si fidano. Fra l'altro molti analisti hanno sottolineato come il fallimentare collocamento del Btp Italia ha provocato un significativo allargamento dello spread visto anche che ci sono pochi segnali di un possibile allentamento delle tensioni tra Commissione Europea e l’Italia.
Curiosamene anche negli Usa di Donald Trump, la cui “vicinanza” ideologica con il governo italiano giallo-verde è palese c'è una crisi di fiducia sul mondo della finanza. Ha fatto scalpore otreoceano infatti la dichiarazione di un “guru” della Silicon Valley. Per Steve Hoffman, uno dei talent scout più fortunati della Silicon Valley, a capo dell’incubatrice, Founders Space, che a suo tempo scoprì Instagram ed altri gioielli hi-tech, il mercato azionario e finanziario Usa non presenta al momento niente di interessante. Meglio quindi starci alla larga, restando il più possibile cash. Un consiglio che arriva il giorno dopo il bagno di sangue dei titoli hi-tech, che ieri hanno visto il Nasdaq lasciare sul terreno il 3%. “In realtà sono piuttosto preoccupato “, ha detto a Bloomberg il top manager specificando che aver riscattato l’80% dei soldi che aveva nelle Borse e il 60% della liquidità che aveva nei mercati privati. “Non c’è niente di più sicuro dei contanti” ha concluso che evidentemente pensa alla soluzione “materasso”, quella che usavano i nostri nonni ma che non li mise al riparo dalle svalutazioni monetarie della Lira ma che in epoca Euro forse resta una opzione possibile.
La preoccupazione di Hoffman viene considerata un po’ estrema per gli standard della Silicon Valley, ma in realtà anche da quelle parti sono in molti a condividere una visione negativa sul mercato ma altrettanti non sono d'accordo e pensano solo al classico effetto pendolo.

Fabio Folisi