BRIGATE ROSSE E ORA L’ISIS: NON E’ LA STESSA BATTAGLIA

 

Chi prospetta la possibilità di combattere l'Isis con la strategia che permise in Italia, negli Anni Settanta, di sconfiggere le Brigate Rosse, ignora le abissali differenze tra le due ipotizzate battaglie contro il terrorismo.
Cominciamo dai miliziani del Califfato. Lo Stato islamico ha alcune caratteristiche statuali che le Br non avevano: ha un territorio, alcuni organi amministrativi, formazioni combattenti, un leader, una specie di Governo (il ministro delle Finanze sarebbe stato ucciso nei giorni scorsi).
L'Isis non rispetta le regole del diritto internazionale ed è animato da un travolgente fanatismo religioso. Ma le sue dimensioni (ha perso gran parte dell'Iraq e della Siria) e i suoi interessi ('dirottati' sul petrolio libico) potrebbero indurlo a proporre o accettare tregue e scambi di prigionieri come sembra sia già avvenuto in alcune recenti e limitate circostanze.
Anche se in questo momento l'obiettivo principale di Putin non sembra essere la distruzione dell'Isis, è indubbio che è lui, grazie anche all'esperienza della Cecenia, il leader mondiale che meglio conosce il terrorismo islamista e ha i mzzi per combatterlo e debellarlo.
Passiamo alle Br. Nel 1978 Papa Paolo VI, anche per la sua amicizia con Aldo Moro, lanciò ai brigatisti un accorato appello che lasciò spiazzati i fautori della linea dura che non ammetteva alcuna trattativa con chi attentava alla vita di innocenti.
Sarebbe comunque impensabile un approccio simile da parte di Papa Francesco agli attuali terroristi. Eppure, se le cose andranno avanti così, con attentati cui seguono timidi arresti a loro volta seguiti da altre bombe, bisognerà prima o poi capire cosa vogliono dai 'crociati dell'Occidente'. A costo di andare nei loro covi per trattare una moratoria degli attacchi sanguinari ai nostri Paesi.
Ma ci sono seri dubbi sulla riuscita del tentativo. Tra le Br, invece, dopo l'appello montiniano, ci furono molti episodi di pentitismo e poi addirittura di collaborazione.
Si dimostrarono uomini come li aveva chiamati Paolo VI. Ma è tutt'altro che sicuro che i carnefici dell'Isis giungano alla consapevolezza di essere uomini.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it