Il Brancaccio si palesa anche in Fvg. Si lavora per una sinistra unita. La prima assemblea a Pordenone

C'è un fantasma che si aggira per l'Italia, è il fantasma di una sinistra che ancora non c'è,  ma che vorrebbe battere un colpo e  uscire dalla frammentazione. Non molti sanno ad esempio che il 18 giugno scorso al Teatro Brancaccio di Roma si è svolta un’assemblea promossa dall’appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari “per un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. Oltre 2mila persone dentro e fuori il teatro e 65mila in collegamento in streaming, fatto che da tempo non accadeva per un incontro della sinistra, anche se, come era prevedibile, poco o alcun risalto è stata dato dalla stampa e dalle Tv che non hanno certo grande interesse a monitorare quanto accade in una area della società considerata scomoda e da marginalizzare.
Da quel 18 giugno questo movimento denominato "del Bracaccio" ma che in realtà ha  un nome,  Alleanza popolare per la democrazia e l'uguaglianza,  ha fatto molta strada e in quasi tutte e province italiane l'appello è stato colto e amplificato, tanto che anche in Fvg si sono creati coordinamenti e gruppi di lavoro ed è stata tracciata una strada, un sentiero certamente irto di ostacoli, ma che potrebbe essere per davvero una novità concreta. Tanto concreta che nei prossimi giorni e settimane si svolgeranno nelle quattro province del Fvg delle assemblee. In particolare domani a Pordenone, presso la Casa del popolo di Torre si svolgera con inizio alle 20,45 un incontro dal titolo “per una sinistra che non c'è ancora” che incentrerà il dibattito in particolare sul tema “Migranti e Razzismo, perchè e cosa fare”. Per Sabato 30 è previsto un incontro  anche a Trieste, mentre a Gorizia si discuterà pubblicamente il 7 Ottobre. Udine non ha ancora calendarizzato la data della sua assemblea provinciale. Queste quattro assemblee dovrebbero essere l'inizio del percorso che culminerà in una assemblea regionale che dovrebbe tirare le fila anche a livello organizzativo. Il movimento del Brancaccio si candida quindi ad essere un centro di gravità che attragga movimenti sociali, di lotta, ambientalisti ecc. e partiti, da Mdp creato dopo la scissione recente dal Pd, a Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista. Progetto ambizioso data la propensione, da sempre presente nella sinistra, alla frammentazione, ma chissà, questa potrebbe essere l'eccezione che conferma la regola. L'obiettivo è piuttosto chiaro,   come del resto si legge nell'appello scaturito dall'assemblea del 18 giugno a Roma: “Ci vuole, dunque, una Sinistra unita, in un progetto condiviso e in una sola lista. Una grande lista di cittadinanza e di sinistra, aperta a tutti: partiti, movimenti, associazioni, comitati, società civile. Un progetto capace di dare una risposta al popolo che il 4 dicembre scorso è andato in massa a votare “No” al referendum costituzionale, perché in quella Costituzione si riconosce e da lì vorrebbe ripartire per attuarla e non limitarsi più a difenderla”.  La speranza dei promotori è che si mettano da parte egoismi partitici e la propensione ad evidenziare le differenze anzichè le affinità e che la sinistra in Italia possa avere una rappresentanza unitaria efficace. Farebbe bene all'intero paese.