Borse sotterrate dall’incubo cinese

Un'altra giornata disastrosa per le Borse mondiali, sopraffatte dal timore che l'economia cinese continui a rallentare. Visto da un altro punto di vista, forse tutti si aspettavano che la Cina continuasse a crescere a ritmi esponenziali come è già successo negli ultimi 5 anni. A caro prezzo (sopratutto in termini ambientali).

Il Dow Jones ha avviato la seduta in calo di oltre il 6%. Il Nasdaq è arrivato a cedere addirittura oltre l’8%. Una partenza simile, che ovviamente ha schiantato i listini europei, non si vedeva da parecchio tempo. Quali allora le cause di un simile andamento? Il Pil di Pechino che cresce meno implica un mix di conseguenze. Ad esempio: significa che il suo appetito per le materie prime cala, contribuendo così a fare scivolare i prezzi delle commodity stesse. Il che, a sua volta, crea non pochi problemi alle economie degli emergenti produttori di materie prime (Russia, Sud Africa, Australia).

L'entità del crollo non consente di pensare ad una semplice svista o errore di percorso, ma a qualcosa di più grave e strutturato. In particolare molti operatori temono che il governo di Pechino e la sua Banca centrale siano inadeguati nel gestire la situazione, lasciandosi sfuggire la situazione di mano, non tanto dal punto di vista politico, quanto da quello finanziario. Viste le attuali dimensioni dell'economia cinese, gli effetti potrebbero essere davvero devastanti, arrivando a travolgere l'unica economia che ancora regge, quella degli Usa.