Bollette elettriche, la riforma annunciata

L'Autorità dell'energia ha deciso di mettere mano al sistema di calcolo delle tariffe, che risale a quasi 40 anni fa, ai tempi dell'austerity degli anni '70. All'epoca, a causa di un improvviso aumento del petrolio, il costo dell'energia era schizzato alle stelle, imponendo severi controlli per ridurre sprechi e consumi.

Il metodo usato all'epoca mirava a punire i consumi, con bollette impostate in base ad una logica progressiva. Oggi il mondo è cambiato completamente (più di una volta) e le distorsioni prodotte da tale sistema di calcolo sono diventate evidenti: un single benestante (figura quasi inesistente ai tempi degli shock petroliferi) paga meno di una famiglia numerosa (e più energivora), ricca solo di figli e non di denari.

La prima novità, dunque, consiste nell'applicare un prezzo al consumo uguale per tutti (in realtà si distingue tra residenti nel comune e non residenti), senza scatti progressivi.

L'altra novità, più controversa, riguarda l'introduzione di un secondo parametro per il calcolo della bolletta: la potenza impegnata.

In termini pratici, secondo i calcoli ufficiali, una soluzione del genere manterrebbe sostanzialmente invariata la bolletta del consumatore medio (residente con consumi pari a 2.700 kWh e una potenza impegnata di 3 kW), che passerebbe da 438 a 443 euro l'anno. I maggiori benefici sarebbero invece proprio per chi è residente e ha una potenza impegnata fino a 6kW e consumi fino a 6.000 kWh, categoria nella quale dovrebbero rientrare per l'appunto le famiglie numerose, che risparmierebbero la bellezza di 618 euro. Viceversa, la categoria alla quale presumibilmente appartiene il famoso single, cioè con potenza di 3kW e consumi fino a 1.500 kWh, pagherebbe 74 euro in più.

In questi termini, dunque, la riforma sembra andare in direzione di una maggiore equità verso le famiglie più numerose; ma visto dal punto di vista dei produttori di corrente, la situazione si inverte. Coloro che hanno investito (spesso indebitandosi) per installare un impianto fotovoltaico, hanno dovuto contestualmente aumentare il livello impegnata. Questo particolare, se la proposta diventasse operativa, significherebbe caricare di nuovi oneri (questa volta mensilmente e direttamente in bolletta) nei confronti di coloro che hanno creduto e investito nelle energie rinnovabili.

Dopo il duro colpo subito a coloro che hanno speso milioni di euro per grandi impianti fotovoltaici (oltre 200 Kwh) che si sono visti ridurre pesantemente l'importo dell'incentivo, con effetto retroattivo, questa ultima novità andrebbe a colpire anche tutti coloro che hanno installato impianti di piccola pezzatura e, soprattutto, scoraggerebbe tutti coloro che intendono installarne uno sul proprio tetto.

Forse un intervento di questa portata, richiederebbe una maggiore ponderazione, magari ascoltando il parare delle associazioni di consumatori, dei forum specializzati e, perchè no, della gente comune.