BANGLADESHSALE A 31 MORTI IL BILANCIO DI UN ESPLOSIOE IN UNA FABBRICA

Si aggrava di ora in ora il bilancio della violenta esplosione avvenuta sabato mattina in una fabbrica di confezionamento nel complesso industriale di Tongi, a Gazipur (circa 20 km da Dhaka), alla quale è seguito un incendio e poi il crollo della struttura. Questa mattina i vigili del fuoco hanno recuperato altri due corpi, facendo salire il numero delle vittime a 31. Prodip Rozario, un cattolico che lavorava nella fabbrica da 22 anni, riposta l'agenzia AsiaNews il momento dell’esplosione: “Ho sentito un enorme boato e poi un lato dell’edificio è crollato. Per fortuna sono vivo e sto bene”.

L’incidente è avvenuto alla Tampaco Foils Ltd, una fabbrica di imballaggio. Secondo i testimoni, al momento dell’esplosione nell’edificio si trovavano circa 100 persone. Di esse, 10 mancano ancora all’appello e oltre 60 sono i feriti. Lo scoppio ha provocato un incendio che si è propagato a grande velocità e in seguito ha fatto collassare il 70% dell’edificio di tre piani.

Dopo due giorni, l’origine dell’esplosione è ancora poco chiara. Dalle prime ipotesi era emersa la possibilità che fosse avvenuta nel locale delle caldaie, ma poi funzionari di governo hanno dichiarato che le caldaie non presentano danni e che lo scoppio è stato causato da una perdita di gas.

L’incendio è stato domato dopo 36 ore, ma i vigili del fuoco ancora non riescono a entrare in quel che rimane dell’edificio.

Intanto stamattina il padre di un lavoratore morto ha registrato il caso contro otto persone, tra cui anche il proprietario Syed Mokbul Hossain Lechu Mia. Il governo ha poi stabilito i primi risarcimenti: le famiglie delle vittime riceveranno 200mila taka [circa 2.300 euro, ndr], i feriti 100mila taka [1.135 euro, ndr].

Sotto accusa ora è la sicurezza edilizia nel Paese. Già in passato in Bangladesh si sono verificati incidenti dovuti alla cattiva costruzione degli edifici e dalla speculazione che avvolge il settore. Il più famoso è quello che ha coinvolto il crollo del Rana Plaza nell’aprile del 2013, in cui morirono più di 1.100 lavoratori.