“Baby pensioni” in salsa tedesca, il regalo della Merkel più costoso della storia

Correva l'anno 1889, quando il Cancelliere Otto von Bismarck introdusse le riforme sociali per ottenere i voti degli operai e delle classi meno agiate. Con una speranza di vita ben inferiore a quella attuale, l'età pensionabile venne fissata dal baffuto "cancelliere di ferro" in ben 70 anni, un traguardo accessibile a pochi, soprattutto per le classi più povere, malnutrite e sfruttate. In ogni caso si trattò di una vera rivoluzione nella "severa" Germania dell'epoca, finalizzata ad ottenere i voti delle classi operaie.

Oggi, l'erede politico di Bismark, la "glabra" Merkel, è andata molto oltre, anche se lo scopo di fondo è sempre quello: rimpolpare la base elettorale, ridotta ai minimi in questi ultimi anni di difficoltà e di impopolarità crescente. Nel luglio del 2014, poco meno di un anno fa, la Cancelliera Angela Merkel ha concesso agli over 63 (con almeno 45 anni di contributi) di andare in pensione con due anni di anticipo, una occasione d'oro che centinaia di migliaia di persone hanno colto al volo, mettendo in difficoltà le finanze statali.

Quasi 280 mila tedeschi, infatti, hanno fatto domanda di pensionamento anticipato, determinando un costo per l'erario tedesco pari a 1,5 miliardi di euro solo nel 2014. Le stime dell'esecutivo della Merkel erano più modeste (900 milioni di euro per l'anno scorso), ma il programma ha riscosso un successo imprevisto, facendo lievitare i costi per lo Stato a livelli non sostenibili. Secondo le previsioni del Max Planck Istitute di Monaco, nei prossimi 15 anni, il provvedimento varato dalla Merkel costerà in media 2,5 miliardi di euro l'anno, determinando "un aumento delle tasse per i lavoratori e una riduzione delle pensioni per coloro che non possono partecipare al programma".

Questa mossa, decisamente azzardata, da parte della Merkel è stata una delle concessioni fatte al partito dei Social Democratici,  alleato della coalizione di governo di centro sinistra. L'errore politico c'è e rimane, ma il conto economico lo pagheranno i cittadini, quelli esclusi dal beneficio.