Austria: furia nazionalista come nell’impero asburgico

Ricorsi storici. I muri eretti per negare l'accoglienza ai dannati della terra dimostrano che, come ai tempi dell'impero asburgico, torna la furia nazionalista. Infatti chi li innalza? Gli Stati che erano sudditi di Francesco Giuseppe: Austria, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Slovenia, Croazia.
Anche l'impero era minato da odi che divampavano all'ombra dell'idea sovranazionale. Prima ancora di finire per la sconfitta nella prima guerra mondiale erano esplosi vari nazionalismi autodistruttivi.
E non può sorprendere che l'Austria, culla di un grande pensiero sovranazionale, sia stata un fecondo vivaio del nazismo del suo cittadino Adolf Hitler. O che, tra i popoli slavi, sia nato uno come Tito che si stilizzava come un Francesco Giuseppe. La sua costruzione unitaria della Jugoslavia si infranse in una guerra fratricida e atroce che ha reso i popoli balcanici ferocemente nemici gli uni agli altri. Se serbi e croati si sono massacrati per anni, come può sorprendere che ora chiudano i confini ai profughi?
In più, quasi tutti i Paese dell'ex impero asburgico hanno vissuto molti decenni di giogo sovietico, che ha pesantemente minato la loro identità e ancor oggi sono talmente occupati a leccarsi le ferite da non riuscire ad aprirsi agli altri.
Nell'Ungheria del fascistoide Orbàn, in Polonia, adesso persino in Slovenia, Croazia e Austria stanno facendo presa barbariche predicazioni di odio e di paura. Ma già molto prima di questa emergenza molti di loro avevano inseguito i loro sogni e progetti nazionalistici: Grande Ungheria, Grande Romania per non parlare della Grande Serbia di Slobodan Milosevic.
Ma era così anche ai tempi di Cecco Beppe. Un esempio: alcuni reggimenti ungheresi brindarono e fecero festa alla notizia dell'assassinio a Sarajevo di Francesco Ferdinando d'Asburgo che era fautore di pari dignità agli slavi rispetto agli austriaci e ai magiari.
I muri di oggi affondano quindi nella storia.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it