“Atti pubblici in luogo osceno”

parlamentoMi chiedo se vi capita, come a me, di sentirvi così offesi e oltraggiati da temere di superare i limiti della ragione.
Mi chiedo se, come per me, in voi sia ossessivo l'interrogarsi "sul cosa fare" per migliorare questo Paese, patria delle mafie, della corruzione e della volgarità.
E quante sia forte, anche in voi, la tentazione di ritirarvi in un eremo.
Nell’ultima manciata d’anni, abbiamo visto ministri indagati, ministri che prima di entrare a Montecitorio facevano il saluto romano, presidenti del consiglio porno star, e analfabeti in Parlamento. Abbiamo visto i costi della corruzione levitare fino a 70 miliardi di euro. Abbiamo visto tagliare drasticamente le risorse al sociale, alla sanità e all’istruzione. Abbiamo visto centinaia di uomini morire sotto ai nostri occhi, nell’indifferenza del governo. Abbiamo visto cadaveri galleggiare nei nostri mari e parlamentari che ci rappresentano in Europa, compiacersene. Abbiamo visto padri di famiglia suicidi perché umiliati e senza lavoro e la credibilità dello Stato, la responsabilità della legge e il senso di giustizia compromessi da una casta che candida impunemente nelle istituzioni pubbliche, omuncoli da night club e mariuoli. Abbiamo ascoltato un presidente del consiglio definire gli italiani delle «merde». Abbiamo visto governanti condannati alla reclusione, anche in secondo grado; politici per i quali si è richiesta ordinanza di custodia cautelare confermata dalla Cassazione. E ancora: funzionari leccapiedi, papponi e pusher. La domanda è: quanto ancora siamo disposti a sopportare?
Io sono davvero esasperata. E’ ora di opporre un no. E’ ora di resistere a questo Paese divenuto Sodoma e Gomorra. E per un senatore che mima davanti a una donna una fellatio in Parlamento, a mio avviso dovrebbero scattare le manette. Per oltraggio al pudore, per vilipendio alla nazione, per violenza privata e per imbecillità aggravata. Perché così come stanno le cose, il senatore in questione non sembra reo d’aver commesso atti osceni in luogo pubblico, ma atti pubblici in luogo osceno.