Assenteismo e pubblici dipendenti, un binomio poco amato

L'eco dello scandalo del Comune di Sanremo non si è ancora spento, le polemiche proseguono alimentate dalla indignazione popolare, su cui ha soffiato per giorni il vento dei mass media (l'immagine del vigile urbano che timbra il cartellino in mutande sono raccapriccianti...).

A tal proposito sono intervenuti ieri tre "pezzi da 90": il ministro della P.a, Marianna Madia, il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi e, infine, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. La prima ha dichiarato che "Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va deve essere licenziato", una affermazione quasi banale nel privato che diventa quasi... rivoluzionaria nel pubblico; tanto da essere pura teoria anche ai giorni nostri.

A tale affermazione ha risposto ironicamente (e non poteva essere altrimenti) Squinzi: "Potendo, noi li avremmo già licenziati molti anni fa". Come dargli torto, dato che il malcostume dell'assenteismo sistematico non è certo una novità dell'ultima ora.

Sangalli ha messo il dito nella piaga snocciolando qualche (grossa) cifra: "Le Pmi non possono più sopportare 30 miliardi di oneri burocratici annuali e perdere 34 giorni-uomo l’anno per adempimenti fiscali. Chiediamo al Governo un impegno straordinario sulla riforma della Pubblica amministrazione con il pieno coinvolgimento delle imprese". Secondo Sangalli il paese sta ripartendo, ma è necessario accelerare sulle riforme "trasformando la ripresa in vera crescita".

I dipendenti pubblici si trovano oggi nell'occhio del ciclone per la loro duplice o odiosa etichetta che li accomuna: da un lato rappresentano la personificazione e materializzazione della burocrazia pubblica; dall'altro il simbolo dell'assenteismo sfacciato e inaccettabile. Inevitabilmente questo meccanismo finisce per tritare tutto e tutti, anche coloro che hanno sempre fatto onestamente il proprio dovere, giorno dopo giorno. A questa grande maggioranza è giusto e doveroso fare un riconoscimento e un augurio di proseguire "in tal guisa" sino al raggiungimento della meritata pensione.

Beati loro. (G.S.)