Assegno di oltre 300 mila euro per il Tartini di Trieste

gIl Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste, al primo posto in Europa per i progetti di mobilità e didattica. Dal Ministero arriva un significativo contributo e l’incarico di coordinare il progetto Italia-Serbia

E’ ufficiale: il Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste, può ritenersi tra gli istituti più prestigiosi d’Europa. Motivo? Il Ministero Istruzione Ricerca e Università e la sua Agenzia Nazionale Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), in sintesi il Miur, ha ritenuto il conservatorio triestino degno del primo posto tra i 94 candidati per ricevere il finanziamento per le iniziative di mobilità didattica in Europa. La candidatura presentata doveva ottenere almeno 70 punti in totale e il Tartini ne ha ottenuti 85. I criteri di aggiudicazione erano basati sulla rilevanza del partenariato, sulla qualità di progettazione e implementazione dello stesso, sulla qualità di composizione del consorzio e degli accordi di cooperazione e sull'impatto e disseminazione successive. Il bando, infatti, che affiancava quello per la ordinaria mobilità Erasmus in Europa, proponeva di individuare diversi “Partner” extra europei con una scelta fra 13 aree. Dai Balcani all’Oriente, dunque, si considerava Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia, territorio dell'Ucraina; del Mediterraneo meridionale l’Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia; si poteva scegliere anche all’interno della Federazione russa fino all’Asia, dell’America centrale e quella latina. Non esclusi il Sud Africa, gli Stati Uniti d'America, il Canada, l’Australia, Hong Kong, Giappone, Nuova Zelanda e Singapore.
Dopo aver preso in attento esame le proposte di 60 Università, circa 30 istituti e un consorzio, dunque, il Ministero ha preferito staccare un assegno di 305.460,00 euro (più uno di 25 mila 200 per spese di organizzazione) a favore del Tartini.
«Il Conservatorio triestino – ha spiegato il direttore Roberto Turrin - ha stabilito di concentrare la propria attenzione sull'area balcanica, in considerazione della vicinanza geografica, dei legami storici e, non ultimo, del budget messo a disposizione dall'Agenzia Nazionale per l'azione K107. Riprendendo un'idea nata già nel 2010, che non ebbe allora seguito per mancanza di fondi, il Conservatorio ha così coinvolto nel progetto la Serbia (Accademia di Novi Sad e Belgrado), il Montenegro (Accademia di Cetinje), la Bosnia-Erzegovina (Accademie di Sarajevo e Banja-Luka), il Kosovo e l'Albania (Arteve di Tirana). Con questi partner sarà realizzato un sistema di mobilità parallelo a quello dell'Erasmus plus, destinato a studenti (mobilità per studio e Placement), docenti e staff amministrativo (mobilità per docenza e per Training)».
Il Tartini, inoltre, ha ottenuto dal Miur un incarico lusinghiero, ovvero coordinare e fare da regista per l’ideazione e la programmazione degli eventi nell’ambito del Progetto Italia – Serbia, corposo percorso di scambi di didattica e produzione con le principali Istituzioni Musicali dello Stato balcanico.
E questo incarico, a cominciare dalla tournée dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiana diretta dal maestro Giuseppe Grazioli e prevista alla fine di ottobre in Serbia.
Un’anteprima dei concerti, infine, è già in calendario a Trieste, sabato 24 ottobre in Sala Tripcovich.
«Accogliamo con soddisfazione questi riconoscimenti ministeriali – ha commentato il presidente del Conservatorio Tartini, Mario Diego - che sono attestazioni significativi del lavoro svolto in questi anni. Riscontri che siglano, con evidenza per tutti, la qualità delle iniziative didattiche e di formazione percorse fino ad oggi. La tournée sarà l’inizio di una serie di scambi di didattica e produzione tra le varie Istituzioni italo-serbe che si protrarranno fino a tutto il 2016, a riconoscimento, da parte del Miur, delle capacita’ ideative, progettuali e realizzative del Conservatorio Tartini, nonché della sua vocazione al confronto internazionale e di una volonta’ strategica di considerare l’area Balcanica come punto di primario interesse e possibile futuro sviluppo».