Arriva il “simpatico bonus ai pensionati”, ma la decisione del governo scontenta praticamente tutti

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulle pensioni che già è stato battezzato la “mancetta”, si tratta della somma di recupero prevista dopo la sentenza della corte costituzionale sul mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita che era stato deciso dal governo Monti. L'annuncio, del resto già ampiamente anticipato mediaticamente domenica scorsa dal Presidente del Consiglio Renzi, è stato fatto in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri. Dal primo agosto - dice Renzi - verrà erogato a 3,7 milioni di pensionati il cosiddetto 'bonus Poletti' a titolo di rimborso e in osservanza della sentenza. "Dal provvedimento - aggiunge il premier - saranno esclusi 650mila pensionati, ossia quelli con un assegno superiore ai 3.200 lordi al mese". Per i rimborsi sarà utilizzato il cosiddetto 'tesoretto' da 2 miliardi e 180 milioni di euro, "quella 'meravigliosa parentesi rosa' del Def - la definisce così il presidente del Consiglio - ossia la la differenza tra 2,5 e 2,6% di deficit". In concreto, dice Renzi, "se un pensionato prende 1700 euro di pensione lordi, il primo di agosto riceverà il 'bonus Poletti' da 750 euro; se prende 2200 euro, il bonus sarà di 450 euro, se 2700, il rimborso sarà di 278 euro. E' un una tantum. A regime dal 2016 - aggiunge Renzi - a chi prende 1700 euro lordi di pensione andranno 180 euro l'anno" per effetto dell'indicizzazione, "99 euro all'anno a chi prende 2.200 euro lordi, 60 euro l'anno a chi prende 2.700 euro lordi". Dal bonus per i mancati pagamenti resteranno fuori “circa 670mila di quelli potenzialmente interessati dalla sentenza” ha fatto notare il premier, “3,7 milioni di pensionati prenderanno ad agosto un simpatico bonus, mentre quelli sopra i 3.200 euro di pensione non riceveranno alcun che”. La copertura arriverà appunto in buona parte dall’uso del tesoretto contenuto nel documento di economia e finanza (Def): 1,6 miliardi calcolati dallo scarto tra deficit programmatico (2,6 per cento) e tendenziale (2,5 per cento del pil). Si tratterà, come previsto, di una forma di bonus una tantum con un sistema a scalare con il crescere del reddito. La soluzione del rimborso una tantum con un bacino limitato di pensionati permetterà al Tesoro di contenere l’impatto sui conti pubblici e di rispettare i parametri europei con il deficit previsto al 2,6 per cento del pil nel 2015. Ovviamnte chi è escluso promette già battaglia, ma anche chi è fra i fortunati, in realtà vede una cospiqua riduzione di quanto avrebbe dovuto prendere dalla applicazione matematica della sentenza. Si preannuncia quindi una stagione di ricorsi a meno che il governo non riesca a blindare in qualche modo la propria decisione. E' comunque apprezzabile che si sia avuto il coraggio di dare una risposta prima delle elezioni, perchè in realtà il decreto scontenta più o meno tutti e le opposizioni non mancheranno certo di rimarcarlo agli elettori.