Arresti di Camorra, estorsioni a imprenditori del nordest per favorire i Casalesi. I nomi delle persone arrestate dalla Dia di Trieste

Qualcuno parla di “ombra della camorra" sul nordest, un modo quasi per minimizzare il fatto che in Friuli e Veneto le mafie sono presenti o lo sono da tempo. Certo sono meno visibili, operano con circospezione ma ormai sono sempre di più le operazioni di polizia e magistratura che indicano in maniera incontrovertibile che la criminalità organizzata si è infiltrata pesantemente dnel tessuto economico. L'ultima operazione è di questa mattina, quando la Dia di Trieste, con l'ausilio della Dia di Napoli, di Milano, di Padova e di Bologna, nonché della Guardia di Finanza del capoluogo giuliano, sta eseguendo 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal GIP del Tribunale di Trieste, nei confronti di soggetti accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per avere costretto professionisti e imprenditori italiani e stranieri, attraverso minacce e intimidazioni, a rinunciare a ingenti crediti, per favorire gli interessi del clan camorristico dei Casalesi. Secondo le prime indiscrezioni da fonti investigative, l'indagine ha preso il via dalla vicenda riguardante il broker portogruarese Fabio Gaiatto. Gli arrestati sono tutti uomini pare riconducibili al clan, si tratta di Francesco Salvatore Paolo Iozzino, 56 anni, imprenditore nato a Legnano (Milano) ma di origini napoletane e residente a Resana (Treviso); Gennaro Celentano, detto ‘Genny’, 34 anni, di Napoli, già detenuto; Mario Curtiello, detto Mariano, 36 anni, di Napoli, già detenuto; Walter Borriello, 42 anni, di Torre del Greco (Napoli); Luciano Cardone, 37 anni, di Torre del Greco e domiciliato a Soliera (Modena); Domenico Esposito, 45 anni di Napoli, residente a Sant’Antimo (Napoli) secondo le tesi investigative gli arrestati in concorso con altri indagati, “avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivavano, avrebbero costretto le vittime a rinunciare agli ingenti crediti da essi vantati nei confronti di Gaiatto, inducendole anche a cedere a quest’ultimo beni mobili e immobili senza alcun corrispettivo, nonché a fare consistenti prestiti che poi avrebbero dovuto far confluire sul conto di società del faccendiere”.
Nel particolare le ordinanze di custodia cautelare sono a firma del gip Guido Patriarchi che ha accolto le richieste della procura. Dall’indagine, coordinata dal procuratore Carlo Mastelloni è emerso che Fabio Gaiatto, 43 anni, imprenditore, presunto intermediario finanziario di Portogruaro (Venezia), detenuto per altra causa (il crak), avrebbe investito 12 milioni di euro appartenenti a consorterie criminali riconducibili al clan dei Casalesi. Secondo gli investigatori Gaiatto avrebbe allestito un complesso sistema per investire illecitamente i capitali utilizzando diverse società con sede in Croazia, Slovenia e Gran Bretagna.
Sono infatti in corso numerose perquisizioni domiciliari a Napoli, Milano, Modena, Padova, Treviso, Udine, Portogruaro (Venezia) e Trieste mentre indagini vi sarebbero anche all'estero. Ad operare sono complessivamente oltre 100 unità della GdF e da quanto si è saputo tutto è stato preparato con precisione anche con l'ausilio di sofisticati strumenti informatici di ricerca e geolocalizzazione.