APPELLO UNHCR: MANTENERE APERTI I CONFINI DEL SUD SUDAN

L’UNHCR lancia un appello affinché tutte le parti armate garantiscano il passaggio sicuro delle persone in fuga dai combattimenti esplosi alla fine della scorsa settimana a Juba, che vedono contrapporsi le truppe che sostengono il Presidente Salva Kiir e quelle che sostengono il primo Vice Presidente Riek Machar, e fa appello affinché i paesi confinanti mantengano le frontiere aperte per le persone che cercano asilo.
“Ci uniamo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ai molti altri che si sono pronunciati nel condannare la violenza a Juba, pur apprezzando gli sforzi da parte di entrambe le parti di attuare un cessate il fuoco, con la speranza che possa durare”, si legge in una nota dell’Agenzia Onu. “Il nostro ufficio a Juba ha riferito di una calma nervosa durante la notte, senza notizie di ulteriori sfollamenti della popolazione. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) ha stimato che i combattimenti abbiano costretto circa 36.000 persone ad abbandonare la propria casa”.
All’interno del Sud Sudan, circa 7.000 sfollati interni hanno cercato riparo nelle basi delle Nazioni Unite a Juba: “distribuire loro cibo, riparo, acqua e servizi igienico-sanitari rimarrà una sfida critica a meno che il contesto di sicurezza non migliori”, sottolinea l’UNHCR prima di esprimere “preoccupazione anche per i circa 9.000 rifugiati urbani, che hanno parlato con l’UNHCR delle loro preoccupazione per quanto riguarda la sicurezza e delle loro difficoltà per procurarsi cibo e acqua. La situazione negli altri insediamenti che ospitano rifugiati in Sud Sudan sembra sia rimasta calma”.
Nel frattempo, spiegano da Gineva, alcuni confini ne hanno risentito, come quello tra l’Uganda e il Sud Sudan, dove la sicurezza è stata rafforzata dal lato del Sud Sudan. Questo ha causato una significativa riduzione nel numero di persone che sono arrivate in Uganda durante il fine settimana. Soltanto 95 persone hanno attraversato sabato, e 36 domenica. La media giornaliera fino ad ora a Luglio era stata di 167 persone, e a Giugno era stata di 171. Si prevede che il numero di arrivi aumenterà quando la frontiera sarà riaperta.
“Coloro che sono riusciti ad attraversare, raccontano di attacchi indiscriminati contro i civili, di bus che andavano da Juba verso il confine con l’Uganda fermati e le persone derubate”, riporta l’UNHCR che, nella regione di Gambella (Etiopia occidentale), insieme alla Commissione per i Rifugiati dell’Etiopia ha intensificato le operazioni di monitoraggio del confine. Sono in corso i preparativi emergenziali in Kenya, Sudan ed altri paesi confinanti, nel caso ci sia un incremento nel flusso di richiedenti asilo.
Non c’è stato finora un flusso importante al confine tra il Kenya e il Sud Sudan, anche se nel fine settimana, l’UNHCR ha ricevuto 36 persone provenienti dallo stato dell’Equatoria Orientale. “Abbiamo intensificato il monitoraggio al confine e attendiamo maggiori notizie”, spiegano. “Nel frattempo, tutto il nostro staff a Juba risulta presente all’appello. Sono stati invitati a rimanere in luoghi sicuri e ad evitare movimenti all’esterno”, conclude l’Agenzia.
La situazione a Juba rimane estremamente tesa. L’aeroporto è stato chiuso.