ANTICA POMPEI: LA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA SUL COMPLESSO DELLE TERME DEL SARNO

Cinquanta ricercatori provenienti da tre dipartimenti dell’Università di Padova, Ingegneria - Icea, Geoscienze e Beni culturali, sono al lavoro nell’ambito del progetto “Mach - Multidisciplinary methodological approaches to the knowledge, conservation and valorization of cultural heritage”, per rinnovare le metodologie e conoscenze su uno dei più importanti siti archeologici del mondo.
Il progetto affronterà la tutela e la valorizzazione di Pompei, sito dal 1997 Patrimonio dell’Umanità, raccogliendo l’invito dell’Unione Europea e dal ministero dei Beni culturali: il caso studio individuato è quello del complesso delle Terme del Sarno, site in un settore di Pompei mai aperto al pubblico e usato come deposito dopo il bombardamento del 1943, del quale è stato valutato lo stato di salute.
“Le Terme del Sarno sono un complesso multifunzionale articolato, ora tutto da scoprire perché di fatto mai indagato dal punto di vista archeologico”, spiega Maria Stella Busana, coordinatrice del progetto.
Il laboratorio di Rilevamento e Geomatica dell’Icea ha elaborato la rappresentazione in 3D del complesso, l’Unità di ricerca sullo studio archeometrico ha investigato i materiali delle Terme del Sarno a diverse scale spaziali, e l’Unità di ricerca sullo studio storico e archeologico ha infine ricostruito la morfologia dell’area, le caratteristiche ambientali e l’uso degli spazi.
“Scopo finale del progetto è sia quello di comprendere e conservare – sottolinea Massimo Osanna, direttore generale del Parco archeologico di Pompei - sia di aprire gli spazi al pubblico. Non ci sono date certe, perché c’è ancora molto lavoro da fare e altre risorse da investire, ma dovremo iniziare a progettare una strategia di visita per riuscire ad aprire al pubblico le Terme del Sarno, forse già nel 2020”.