Tutto come annunciato: Errani Commissario, ora non resta che ricostruire

Tutto secondo copione. Come annunciato dal premier Matteo Renzi nel corso dell’incontro con Angela Merkel a Maranello, il Consiglio dei ministri ha nominato Vasco Errani Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto.
Il Commissario, riferendo direttamente al presidente del Consiglio, opererà il coordinamento con le Amministrazioni statali, in raccordo con i presidenti delle Regioni interessate dal sisma e con i sindaci, nonchè in stretto contatto con l’Autorità nazionale anticorruzione, per definire piani, programmi e risorse necessarie a ricostruire edifici pubblici e privati ed infrastrutture. Insomma
si è scelta la strada di un politico al comando, se pur di grande esperienza amministrativa e non di un tecnico come auspicato da alcuni. Come è noto Vasco Errani non è stato solo governatore della Emilia Romagna ma ha alle spalle anche un’esperienza maturata quale Commissario delegato per l’attuazione degli interventi sui territori emiliani colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Nei giorni scorsi la nomina di Errani era stata motivo di scontro politico, con la Lega ferma nell’opporre il suo no al nome dell’ex governatore emiliano. Il leader del Carroccio Matteo Salvini si era spinto a fare il nome del prefetto Francesco Paolo Tronca e le critiche della Lega erano state condivise anche dal Movimento 5 stelle, con Luigi Di Maio che aveva accusato il premier di gestire «un’emergenza con le logiche del congresso di partito». In particolare, l’esponente dei 5 Stelle aveva espresso la preoccupazione che la nomina servisse a riallacciare i rapporti con la minoranza del partito in vista del referendum sulle riforme costituzionali.
In realtà la sensazione è che alle opposizioni nessun nome sarebbe comunque andato bene perchè nel nostro paese, anche quando si parla di lutti e catastrofi, la politica “bassa” diventa quella praticata. Nessuna meraviglia quindi che Matteo Salvini si sia detto contrario, lo avrebbe fatto probabilmente comunque, anche se avessero nominato lui stesso. Quello che meraviglia un poco di più è l’atteggiamento del Movimento 5 stelle che evidentemente è ormai entrato negli ingranaggi politico mediatici che ha sempre dichiarato di voler combattere. Il giudizio è stato dato prima che venissero esposti programmi ed intenzioni. Inutile è poi chiedere. per esempio nel caso della gestione di Roma by Raggi di venir giudicati sulle “cose” se poi al ben predicare si razzola male. Comunque è ovvio che occorrerà vigilare molto, non su Errani come persona, ma sugli effettivi progetti relativi a questa ricostruzione annunciata come “tangenti free”. Per farlo, ha spiegato Renzi, l’obiettivo del governo è quello di riproporre proprio il modello Emilia e quindi chi meglio di Errani poteva attuarlo?
Il modello Emilia che Renzi vorrebbe replicare è basato su tre pilastri: solidarietà, istituzioni e legalità. Con un no secco alle new town di berlusconiana memoria, perché le comunità devono restare al loro posto. Certo, a distanza di quattro anni in Emilia c’è ancora parecchio da fare, ma 25 dei 60 Comuni colpiti hanno completato la ricostruzione di case e imprese, i nuclei familiari assistiti sono passati da oltre 19 mila a 2.491, le persone che ancora alloggiano in moduli temporanei sono meno di 300. Ma se aziende e abitazioni sono a buon punto molti centri storici e beni culturali ancora attendono gli interventi. Il meccanismo dei rimborsi infatti è stato accusato di essere troppo complicato, farraginoso e lento.