Ancora poche parole da Mattarella e troppe chiacchiere da Renzi

“Se si è avari di investimenti strategici facendo prevalere l’interpretazione più restrittiva dell’austerity economica alla nostra Europa mancherà il respiro". Sono parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate all'incirca una settimana fa, quando la crisi greca ed il tiramolla tra il governo di Atene e l'Eurogruppo erano alle strette finali. Lo sappiamo ormai, il neoPresidente della Repubblica parla molto poco, ma quando interviene sembra finora non rinunciare ad esporsi. "Non dobbiamo mai dimenticare - ha affermato Mattarella - che l’Europa unita è un ideale e non soltanto uno spazio dove far competere interessi diversi, spingendoli talvolta fino al punto di creare fratture e grandi diseguaglianze sociali”.

Un pensiero assolutamente condivisibile, inserito in un contesto europeo che vive molte fibrillazioni. L'Europa dei popoli pare davvero essere un concetto molto di là da venire anche se ormai ne sentiamo parlare da almeno vent'anni. Appunto però, se ne sente solo parlare. Se si fa riferimento infatti a politiche legate all'immigrazione, alla solidarietà oppure allo scambio all'interno dei confini dell'Unione Europea restano pochissimi i discorsi da affrontare: l'unione tra i Paesi aderenti è esclusivamente monetaria ed economica. E la crisi ha finora accentuato e marcato soltanto le differenze sociali ed i rapporti di forza tra i pesci più grandi e quelli più piccoli.

La bilancia degli annunci tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, pende a favore di quest'ultimo: lo avvantaggia l'età, l'entusiasmo ma soprattutto la propensione ad essere sempre (o quasi) sul pezzo. E' anche normale (ed auspicabile) che un capo di governo sia prodigo di iniziative e propositivo: il ruolo politico che riveste lo richiede. Qualche discrepanza la si nota però se andiamo a pesare quanto alle parole seguano i fatti politici: Renzi eccelle in presenzialismo quanto Mattarella in compostezza e parsimonia di apparizioni (non solo televisive).

L' "annuncite" che molti commentatori politici ritrovano tra le principali peculiarità dell'ex sindaco di Firenze lascia poco spazio alle vere riforme di cui tanto si fa bello tutto il governo di Renzi. I fatti politici che toccano davvero le condizioni di vita dei cittadini, come quelli inerenti a lavoro, sanità, istruzione etc., stentano a vedersi, così come anche solo alcuni tangibili passi in avanti. Sarà per questo che anche il Presidente della Repubblica Mattarella dosa tanto i propri interventi pubblici ? Oppure in futuro Matteo Renzi si sottoporrà al giudizio di Mattarella, senza che a qualche malpensante venga in mente che la scelta, qualche mese fa, del nuovo Presidente della Repubblica sia stata voluta per non mettere in cattiva luce il nuovo che avanza dalla sempre bella Toscana ?

E' di certo ancora poco, ma per ora dovremo accontentarci di quanto Mattarella scrive a proposito dell'austerity in un messaggio composto apposta per il 50° anniversario dell'inaugurazione del Traforo del Monte Bianco.