NUOVO ALLARME UNICEF: PIÙ DI DUE TERZI DEGLI STUDENTI NEI PAESI A BASSO REDDITO NON ACQUISIRÀ LE COMPETENZE DI BASE NEL 2030

Secondo un rapporto dell’International Commission on Financing Global Education Opportunity, più di due terzi degli studenti nei paesi a basso reddito non acquisirà le competenze di base elementari nel 2030, nonostante l’obiettivo ambizioso di garantire ad ogni bambino la possibilità di andare a scuola e di apprendere. Il rapporto “The Learning Generation: Investing in Education for a Changing World” evidenzia che senza un aumento urgente degli investimenti nell’istruzione da parte dei governi nazionali, i bambini nei paesi a basso reddito rimarranno intrappolati in cicli intergenerazionali di povertà e saranno lasciati senza le competenze e le conoscenze di cui hanno bisogno per contribuire alle loro società e alle economie quando raggiungeranno l'età adulta.
Secondo quanto emerge dal rapporto, solo la metà degli studenti di scuola elementare età e poco più di un quarto di quelli di scuola secondaria nei paesi a basso e medio reddito acquisiscono competenze di base. 330 milioni sono gli studenti delle scuole primarie e secondarie che non raggiungono neanche i risultati di apprendimento di base. Si stima, infine, che entro il 2030 ci saranno 1,4 miliardi di bambini in età scolare nei paesi a basso e medio reddito.
"Ogni bambino, in ogni paese, in ogni quartiere, in ogni casa ha diritto non solo di avere un posto a sedere in una classe, ma anche ad una istruzione di qualità - a partire dai primi anni di vita, la più importante fase di sviluppo del cervello”, ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF Anthony Lake. "Abbiamo bisogno di investire in anticipo, investire in qualità, e di investire in azioni - oppure pagare il prezzo di una generazione di bambini condannati a crescere senza le conoscenze e le competenze necessarie per raggiungere il loro potenziale".
Secondo il rapporto più di 1,5 miliardi di adulti non avranno alcuna istruzione oltre quella elementare nel 2030. L'UNICEF sostiene le raccomandazioni formulate nel Rapporto e chiede un aumento degli investimenti per l'istruzione nazionale, dal 3 al 5% per aiutare ad affrontare quello che potrebbe essere una crisi globale dell’istruzione