Addio estinzione anticipata del mutuo senza penale

Avete mai accarezzato l'idea di estinguere in anticipo il vostro mutuo, contando sul fatto che non si paga più alcuna penale? Se avete risposto in maniera affermativa l'invito è a fare presto, molto presto prima che l'Europa ci costringa, nostro malgrado, a ripristinare questa odiata e ingiustificata clausola.

Sembra, infatti, che il rischio di reintrodurre tale penale già dal prossimo anno sia piuttosto concreto e, fatto ancora più grave, sta passando quasi in sordina, complice il muto di omertà imposto da Bruxelles.

Facciamo un passo indietro al 2007, quando l'allora ministro della attività produttive, Pier Luigi Bersani, cancellò la penale per l'estinzione dei mutui, una percentuale pari all'1,5 - 2% del debito residuo. Si trattava in molti casi, anche di diverse migliaia di euro che il mutuatario si trovava costretto a pagare alle banche per aver "osato" estinguere prima il mutuo. Chi ha già contratto un mutuo con un qualsiasi istituto bancario, sa bene che gran parte degli interessi vengono pagati nei primi anni (nella prima metà della durata temporale di un mutuo), dunque in forma anticipata. Negli ultimi anni, dunque, si paga quasi esclusivamente la restituzione del debito iniziale.

Questo significa che l'importo previsto nella clausola di estinzione anticipata non è altro che un "regalo" elargito alla banca, dato che questa ha già incassato in anticipo gran parte degli interessi previsti dal contratto di mutuo.

La lobby delle banche allargata a livello europeo non solo è potentissima ma, evidentemente, non vede di buon occhio che nel nostro paese esista una situazione di questo tipo e ha mosso le sue pedine per cambiare lo status quo e ripristinare quello precedente. Già il 4 febbraio dello scorso anno era stata approvata la direttive Mcd (Mortgage credit directive), il 2 luglio l'Italia ha recepito questa direttiva convertendola in legge delega. Risultato: entro il 21 marzo il nostro paese dovrà introdurre ufficialmente nel proprio ordinamento la direttiva dove si parla“indennizzo” e non di “penale” perché dal punto di vista degli istituti di credito quando un cliente chiude in anticipo il contratto c’è il rischio che una parte di costi fissi sostenuti per acquisirlo e per la stipula del mutuo non venga ammortizzato. È per questo che la direttiva indica sì che “l’estinzione anticipata” è un diritto per il mutuatario ma anche che le banche hanno diritto a un “indennizzo”.

L'Europa delle banche si è mossa e lo ha fatto in maniera non solo efficace, ma anche subdola. Tra le righe della direttiva, infatti, si legge nell'art. 2 che: "la presente direttiva non impedisce agli Stati membri di mantenere o introdurre disposizioni più stringenti per tutelare i consumatori". L'art. 25, inoltre, aggiunge: "Lo Stato può prevedere  per i mutui un indennizzo equo e obiettivo".

Insomma, lancia la "patata bollente" nelle mani dei singoli Stati, in questo caso dell'Italia, lasciandoli in balia delle enormi pressioni degli istituti di credito, ai quali non sembrerà vero di poter ritornare "ai cari vecchi tempi".

Anche questa volta l'Europa, quella dei sontuosi e untuosi palazzi del potere, non ha perso l'occasione per dimostrare la propria inutilità per gli... europei (e gli italiani in particolare).

In termini pratici, un'altra bella sfida da affrontare per il Renzi nazionale, col rischio di vederlo soccombere, implodere o, peggio, cedere malamente a pressioni e interessi forti a cui è vietato dire di no. Poi basta fare l'ennesimo annuncio fanfarone e tutto si risolve magicamente.