Abolizione del reato di clandestinità, slitta il provvedimento del ministro Orlando. Dubbi sulla opportunità di varare oggi una norma che verrebbe strumentalizzata

La notizia questa mattina capeggia in apertura del quotidiano la Repubblica e se confermata aprirà non solo un mare di polemiche, ma rischia di mettere in crisi il governo Renzi, anche se non certo di decretarne la fine, visti gli interessi in gioco. Secondo il quotidiano romano, con una sorta di blitz ed in sole quindici righe si starebbe per cancellare, dopo sette anni, il reato di immigrazione clandestina. Il provvedimento sarebbe voluto fortemente dal Guardasigilli Andrea Orlando che avrebbe dalla sua la commissione giustizia della Camera nella sua quasi unanimità, con l'esclusione degli “alfaniani. Ma in realtà il provvedimento era previsto da tempo, il problema vero è che oggi non sembra mediaticamente il momento giusto, quasi qualcuno abbia voluto scientificamente dare la palla alla Lega Nord che già parla di barricate. Sempre secondo il quotidiano romano sponsor dichiarato della depenalizzazione sarebbe il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, ma con lui sarebbero anche i “procuratori di frontiera” quelli alle prese con i trafficanti di esseri umani. Che la cancellazione dell'articolo 10bis del testo unico sull'immigrazione del 1998, la famosa Bossi-Fini, fosse da sempre un punto del programma del Pd è risaputo, ma forse non si è scelto tatticamente il momento migliore per andare alla concretizzazione della modifica, non solo perchè sulla questione vi sarà, come già detto, una offensiva massiva del centrodestra, questa vi sarebbe in ogni modo, ma perchè con la delicata situazione il provvedimento rischia di essere mal interpretato dall'opinione pubblica nazionale. Fra l'altro, come il recente passato insegna,   vi sono dubbi sulle capacità di corretta comunicazione da parte del Governo. Il problema non è infatti l'effetti del provvedimento sul piano giudiziario, la norma praticamente già oggi non è applicabile, ma la percezione di debolezza verso il fenomeno che potrebbe ingenerare. Infatti, anche se la depenalizzione non vuol dire lasciare entrare tutti, come diranno strumentalmente i detrattori del provvedimento, il rischio che passi questa tesi è altissimo. Come spesso accade il Partito democratico, pur cinico in molti altri casi, sembra sbagliare i tempi di provvedimenti che pur se giusti dal punto di vista formale, rischiano di divenire un boomerang formidabile anche perchè, se una delle ragioni è che si tratta di norme inapplicate ed inapplicabili, non vi sarebbe l'urgenza di proporli. Il dubbio sulla opportunità di introdurre ora questo provvedimento quindi è venuto, forse allo stesso premier, così il decreto legislativo di Orlando sulla depenalizzazione che sarebbe dovuto diventare legge oggi è slittato. La norma infatti, una dozzina di articoli compreso l'articolo "modifiche in materia di disciplina dell'immigrazione" sarà discussa ed approvata più avanti. Forse al consiglio dei ministri del 15 gennaio prossimo si dice, ma c'è il dubbio  che slitti a tempi "migliori", anche se averne fatto trapelare sulla stampa lo slittamento sembra una manovra atta proprio a mettere comunque il evidenza il problema, forse per saggiare le reazioni, ma più probabilmente per evitare che slitti all'infinito. Solo un problema tecnico dicono fonti del Governo, ma in realtà l'ostacolo non si chiama Ncd, il partito di Alfano che non accetta di cancellare il reato ma che alla fine potrebbe dover cedere se non vuole lasciare governo e probabilmente finire nel dimenticatoio della politica nazionale. L'ostacolo vero è quindi il dubbio che il momento non sia quello giusto per lanciare un messaggio al mondo che potrebbe essere mal interpretato. Resta la considerazione che la norma approvata dal governo Berlusconi nel 2009 diverrà certamente un ariete ideologico in mano all'opposizione anche se in realtà la norma non ha trovato reale applicazione se non molto raramente, perchè se venisse approvata farebbe letteralmente esplodere le giù affollate carceri italiane. Il pericolo è che ora la norma monopolizzi il dibattito politico facendo andare in secondo ordine problemi ben più reali per i cittadini, insomma che la questione diventi oggetto inutile di un contendere di natura squisitamente ideologica e per questo l'ennesima bandiera alla stupidità della politica italiana.