A Genova si continua a scavare fra le macerie dei piloni del viadotto crollato

Proseguono per il terzo giorno consecutivo le ricerche dei dispersi  sull'area del disastro di ponte Morandi a Genova.  I dispersi, che potrebbero essere tra le 10 e le 20 persone è stato stilato sulla base delle richieste di informazioni di amici e parenti di persone che si potevano trovare sul viadotto e ce non sono giunti a destinazione o comunque non hanno dato notizie. La speranza è che almeno alcuni siano in realtà vivi e inconsapevoli di essere ricercati da familiari e amici. Sul pano delle ipotesi relative al crollo sui consolida la tesi del cedimento di uno degli stralli, uno degli enormi tirati il cui cedimento avrebbe provocato lo sbilancio del piano stradale, la sua torsione e rottura e infine in effetto domino il crollo del pilone centrale.  Questa mattina è anche scattato un allarme incendio che ha interessato un capannone sul lungo Polcevera già scoperchiato dal crollo del viadotto e per questo evacuato. Le cause del rogo, subito spento dai vigile del fuoco, sono ancora da accertare. Le operazioni di scavo  delle ultime ore si sono concentrate sulle macerie presenti sull'argine sinistro del Polcevera e nell'area tra i piloni e la ferrovia dove si spera di poter trovare ancora sopravvissuti. I soccorritori al lavoro con le gru stanno cercando di rimuovere le parti più grandi dei detriti mentre i tecnici Usar stanno verificando l'eventuale presenza di persone.

 I funerali delle vittime verranno celebrati domani mattina alle 11.30 alla Fiera di Genova. Per la stessa giornata è stato proclamato il lutto nazionale. Si terranno invece oggi pomeriggio alle 17.30 nella basilica di Santa Croce a Torre del Greco i funerali dei 4 giovani originari della città vesuviana morti nel crollo.

 I pm indagano per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. "Al momento le ipotesi di reato sono tutte a carico di ignoti perché bisogna individuare prima le possibili cause" ha detto il procuratore capo Cozzi.

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha istituito una Commissione ispettiva per svolgere verifiche e analisi tecniche sul crollo del Viadotto Polcevera. Il lavoro della Commissione, si legge in una nota del ministero, "è il primo atto con cui questo Ministero intende fare luce sull’accaduto e avviare tutti gli accertamenti necessari, nel rispetto del contraddittorio con le parti interessate, per la contestazione di eventuali inadempienze del concessionario, soggetto su cui, ai sensi dell’art. 14 del Codice della strada, ricade la responsabilità di assicurare la sicurezza dell’infrastruttura". Le risultanze del lavoro svolto dalla Commissione entreranno nella valutazione per la procedura di un’eventuale revoca della concessione. La Commissione ispettiva è già operativa e oggi effettuerà le prime operazioni nel capoluogo ligure, al fine di verificare cause e circostanze del cedimento. Entro 30 giorni dovrà fornire al ministro una dettagliata relazione sui fatti accertati.

 Sul fronte politico riflettori accesi sulle mosse dell'esecutivo. "La nostra intenzione è revocare le concessioni" ha confermato ieri sera il vicepremier e il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, a 'In Onda' su La7. "E' la posizione del governo - ha rimarcato - Chi non vuole revocare le concessioni deve passare sul mio cadavere. C'è la volontà politica del governo: vogliamo revocare queste concessioni". La priorità "non è stare attenti alla finanza e alla borsa. Noi stiamo attenti alle famiglie delle vittime e alle vittime". Nell'esecutivo, ha ribadito Di Maio, "siamo d'accordo sulla revoca delle concessioni. Anche Salvini è d'accordo. C'è un impegno di tutto il governo. Non c'è borsa che tenga o escamotage". Ma in realtà il ministro dell'interno Salvini che  ieri si è recato in visita all'ospedale San Martino di Genova dove ha incontrato i feriti, frena sulla questione revoca concessioni.  "Se fossi un amministratore di Autostrade sarei qua e avrei aperto il portafoglio ben ricco dell'azienda - ha detto Salvini - devolvendo alcune centinaia di milioni di euro ai danneggiati da questa vicenda. Poi parleremo di concessioni. Se dall’altra parte l'unica dichiarazione che si fa è che 'se interrompete ci dovete pagare' viviamo su pianeti diversi. Noi siamo sulla terra".