Attaccato il cuore dell’Europa, kamikaze dell’Isis in azione

Manca ancora l'ufficialità da parte della polizia, ma la dinamica di quanto avvenuto ieri mattina a Bruxelles è stata già chiara poco prima di mezzogiorno, mentre non chiaro il bilancio delle vittime, ancora provvisorio dopo molte ore  vista la gravità di alcuni feriti. Secondo l’ultimo dato diffuso i morti sono 34 morti (14 nello scalo e 20 nella metro) e 198 i feriti. Tre gli italiani rimasti feriti ma nessuno di loro “secondo le nostre informazioni, è nell’elenco dei feriti gravi”, ha spiegato l’ambasciatore italiano a Bruxelles, Vincenzo Grassi. Le prime due esplosioni nell’aeroporto di nella hall delle partenze, al terminal A, accanto al banco della American Airlines e della Brussels Airlines. A quell’ora, erano circa le 8 l’area era piena di passeggeri ed è stata strage. Ma poteva andare anche peggio perché è stata trovata una terza bomba – forse una cintura o un giubbotto esplosivo – che non è esplosa e che è stata fatta brillare in sicurezza dagli artificieri.
La polizia ha evacuato lo scalo, interrotto i voli e i collegamenti ferroviari. Prima delle due esplosioni, secondo l’agenzia di stampa belga, si sarebbero sentiti urli in arabo e spari. Poi dopo poco più di un ora ad essere colpita è stata la stazione metro. Sotto attacco anche il centro della città e l’area dove si trovano gli uffici dell’Unione Europea.
Erano infatti le 9.15 quando si è sentita un’esplosione nella stazione di metropolitana Maelbeek a due passi dalle istituzioni europee, stazione che nessuno aveva provveduto ad evacuare così come non erano stati fermati i treni, eppure nell’ora dopo le prime esplosioni era possibile prevedre che gli obiettivi dei terroristi potevano essere multipli. Ma evidentemente quanto avvenuto a novembre a Parigi non è bastato per capire il modus operandi di questo terrorismo fanatico che colpisce nel mucchio, dove può far più male.
Dalla stazione di Maelbeek sono uscite persone che urlavano, insanguinate, una scena da cataclisma anzi da guerra. Una guerra che ci si osptina a non voler vedere. Una delle due uscite della stazione di Maelbeek porta alla sede della Commissione europea, l’altra al Consiglio europeo ed era prevedibile che potessero essere obiettivi privilegiati di azioni che hanno anche la velleità di essere mediaticamente significativi. L’attacco insomma è stato anche al cuore dell’Unione europea, dove ogni giorno lavorano centinaia di funzionari e dipendenti che arrivano da mezza Europa.
Scontata quindi la rivendicazione dell’Isis. Lo Stato Islamico (Isis) ha rivendicato gli attentati di Bruxelles ha riferito nel primo pomeriggio l’Agenzia Amaq, legata al Califfato Nero e considerata organo media dell’organizzazione terroristica. Ma la notizia della rivendicazione ha sunbito trovato l’ufficialità nella rete dove l’informazione minuto dopo minuto è rimbalzata da un sito all’altro da un blog in odore di islamismo estremo dove si parlava di “Benedetta operazione di martirio”. Anche se quando scriviamo sono passate 12 ore la dinamica di quanto avvenuto non è ancora del tutto chiarita, l’attacco all’aeroporto sarebbe stato ad opera di kamikaze. E’ avvenuto ai banchi accettazione dell’ American Airlines, con la hall delle partenze completamente devastata. Forse troppo per una semplice cintura esplosiva. Si è infatti paventata l’ipotesi che la bomba fosse contenuta in un trolley o in una valigia. Dopo la prima fase di sorpresa le autorità belghe hanno fatto partire il piano di emergenza in tutto il paese. In particolare è stato predisposto un piano di emergenza per deviare i voli su Charleroi, sono stati interrotti i collegamenti ferroviari da e per l’aeroporto mentre è scattato quasi un coprifuoco nell’intera città con l’esercito in strada e il traffico completamente paralizzato per permettere il passaggio delle decine di ambulanze che facevano la spola fra i luoghi degli attentati e gli ospedali. Fra l’altro varie testimonianze hanno parlato di strutture sanitari insufficienti o impreparate, con mezzi e attrezzature non adeguate a far fronte ad una situazione di questo tipo. Il personale ospedaliero, spiegavano alcuni media belgi, non ha la dimestichezza con le ferite da esplosione, un problema che si era già riscontrato lo scorso 13 novembre a Parigi, quando gli attentati avevano provocato 130 vittime e centinaia di feriti.