La ricerca italiana fa successo all’estero, il ministro gioisce in patria

Che differenza c'è tra l'Italia ed altri paesi che sanno come sfruttare le capacità di chi arriva dall'estero ? E magari anche le qualità formate e cresciute in casa ? La risposta probabilmente la troveremo se sapremo riflettere su vicende simili a quella che ha coinvolto Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, ed i vincitori italiani del bando europeo Erc Consolidator. Italiani sì, ma emigrati all'estero.

La storia è venuta a galla dopo un post 'risentito' che Roberta D'Alessandro, direttrice in Olanda (presso Leiden) del Dipartimento di lingua e cultura italiana, ha pubblicato su Facebook. Il ministro Giannini, sempre sul social network di Mark Zuckerberg, s'era infatti espressa in termini entusiasti ascrivendo ai meriti italiani 'tout court' gli assegnatari premiati dal bando: "Un'altra ottima notizia per la ricerca italiana. Colpisce positivamente il dato del numero di borse totali ottenute dai nostri ricercatori, che ci posiziona al terzo posto insieme alla Francia. Ma, soprattutto, colpisce il fatto che siamo primi per numero di ricercatrici che hanno ottenuto un riconoscimento. Complimenti ai nostri ricercatori e alle nostre ricercatrici!".

Non c'è dubbio che siano stati ben trenta i ricercatori d'origine italiana (su 302 totali) ad essersi scoperti aggiudicatari di una parte dei fondi dell'Erc Consolidator. Peccato che almeno diciassette di questi (compresa Roberta D'Alessandro) saranno o sono già "borsisti in fuga". La stessa D'Alessandro vive lontana dall'Italia da 16 anni: prima dell'Olanda, nella sua vita, ci sono stati gli Stati Uniti, il Regno Unito ed anche il Canada. Ha cercato più volte di ritornare nel nostro Paese, ma nessuno l'ha mai selezionata in passato nonostante i concorsi a cui ha preso parte. Adesso si trova ad avere a disposizione due milioni di euro: "Oltre al mio, - ha affermato - pago lo stipendio per cinque anni a due ricercatori, tre dottorandi, un tecnico e un assistente".

L'Erc Consolidator è un bando che permette a chiunque lo vinca di decidere con quale istituzione portare avanti il progetto presentato. Il ministro Giannini dovrebbe forse iniziare a chiedersi come mai l'Italia abbia, tra tutti i paesi vincitori, il numero più alto di ricercatori che si trovano fuori dai confini nazionali. Così facendo dimostrerebbe a tutti di prendersi a cuore un problema cruciale: senza la ricerca infatti un Paese resta inevitabilmente indietro ed infatti l'Italia non eccelle per nulla in questo ambito, purtroppo. E' sufficiente guardare quanti anni i ricercatori restino 'nei sottoscala' delle Università, malpagati e sfiduciati: ecco perchè non è affatto strano vederli andare via.